La Residenza del Diavolo, Titolo del mio romanzo!

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Gackt - Camui
view post Posted on 7/6/2009, 17:50




CAPITOLO XI: ABLUZIONE O ABNEGAZIONE?




- “Non credo sia proprio un’ottima idea, quella di far parlare Diane con Immanuel… Se gli porto a casa un’estranea… questa volta Immanuel mi fulminerà!… per non dire di peggio!… Però… qualcuno deve aiutarmi a fargli capire… che cosa?… “Al Diavolo!”… Parlando con Diane l’altro giorno ho sentito i miei dubbi… concretizzarsi… Invece ora… se ripenso al mio incontro col Professore… “Cazzo!”… Dopo quello che mi ha detto… come faccio ad essere sicuro di fare la cosa giusta?… Sembrava così schifosamente mansueto!… Eppure… dentro i suoi occhi gelidi… vedo brillare una luce maligna… Sarà immaginazione, la mia?… Forse!… Per fortuna non ho dato nessun appuntamento a Diane… spero di avere il tempo di avvertire Immanuel dei sospetti che questa giornalista nutre… o forse è meglio di no?…” –
Jordan era disorientato. Aveva chiamato Immanuel dal telefono del suo ufficio per invitarlo a bere un caffè.
Il collega aveva accettato e ora Jordan lo stava aspettando al bar, seduto ad un tavolo per due. La sua mente continuava a pensare a Diane e ai suoi sospetti su Adam; voleva che Immanuel ascoltasse la teoria della ragazza, e nello stesso tempo temeva il loro incontro.
La grinta e la determinazione di Diane erano coinvolgenti quando lei era presente… ma a pensarci bene… a mente fredda… quali basi avevano per sospettare del Professore?…
Nessuna!
- “Riecco i dubbi che Immanuel, con diligenza, ha istillato nel mio animo!… Quel ragazzo ha un potere di persuasione incredibile… Malgrado io condivida appieno i sospetti di Diane… non riesco a dimenticare le parole di Immanuel!… Forse è naturale che io mi fidi più di lui… che di lei… Conosco Immanuel da molto più tempo… e… abbiamo lavorato sempre insieme… Diane… beh!… Diciamo che lei non la conosco proprio… Per quanto ne so… il suo potrebbe essere un espediente per sapere cosa intendo fare… i giornalisti furbi… usano di questi stratagemmi pur di fare uno scoop!… Però…” -
- Spero che sia almeno carina! – disse Immanuel sedendosi di fronte a Jordan.
- Scusa!?! -
- Spero che tu stia pensando ad una bella ragazza!… - riprese il primo - Ti ho salutato tre volte senza ricevere risposta… avevi l’aria così assente da non accorgerti di me… Alla fine ho deciso di sedermi e di chiederti com’è l’oggetto dei tuoi pensieri… Allora!… E’ tanto attraente da manipolare la tua vita e la tua mente? – concluse sorridendo.
- Non ti si può nascondere nulla! – rispose Jordan sbigottito – A volte penso che tu riesca a leggere i miei più segreti pensieri… Come facevi a sapere che stavo pensando ad una ragazza e non al nostro caso?… Non dirmi che hai provato ad indovinare… “Non ci crederei neppure se fosse vero!”-
- Non è stato un caso!… Conosco l’espressione del tuo viso… ultimamente, in mia compagnia, hai pensato così spesso agli omicidi… e la tua faccia… Beh! diciamo che in quelle occasioni è diversa… Ripeto la domanda: è tanto carina? -
- Si!… Anche se non è solo per questo che stavo pensando a lei… E’ un tipo… particolare… Colpisce! -
- Ti ha stregato!… Ti ci voleva una ragazza… il tuo lavoro è stressante e ogni tanto fa bene avere accanto qualcuno con cui poter parlare… aiuta a scaricare la tensione… Sono contento per te… -
- Non dire idiozie!… Torniamo con i piedi per terra… Ti ho chiesto di vederci per riferirti gli ultimi effetti delle mia dabbenaggine… -
- Sei andato a trovare il Professore, vero? – chiese con disappunto il ragazzo.
- …Sì! Riconosco che non è stata un’idea brillante… e ti devo delle scuse… Avevi ragione… mi sono dovuto scontrare con il suo equo sdegno!… I miei imperterriti sospetti restano… ma… non ho ottenuto ciò che volevo… tra noi due il più imbarazzato ero io… e… lui ora sa di essere tra gli indiziati… cioè, sa di essere l’unico… Lo so… mi sono giocato la possibilità d’incastrarlo… se il Professore è l’assassino… io l’ho messo in allarme!… Ma io dovevo… dovevo andarci… -
- Credevi forse che appena vistoti… ti avrebbe confessato di essere lui l’omicida che stai cercando?… Mi sembri eccessivamente ingenuo… Ad ogni modo… ormai è fatta… Hai almeno trovato qualche indizio che possa condurci a lui? -
- No!… - risposte amaro Jordan - …Ti ho già fatto le mie scuse… Sono uscito sconfitto dall’incontro… anche se sono sempre più convinto che il Professore Aryen non sia così pulito come sembra. E aggiungo che non sono il solo a pensarla in tal guisa… Diane… - è la ragazza di cui ti parlavo poc’anzi - anche lei è d’accordo con me… dice che il Professore è troppo misterioso… che nasconde sicuramente qualcosa… altrimenti, perché dovrebbe essere così restio a concedere un’intervista… Diane è giornalista… è… -
- Ma!… -
- …Aspetta!… Sono d’accordo con te… i giornalisti devono essere tenuti alla debita distanza… non l’ho cercata io… ma viceversa… So che non ti piacciono i giornalisti e che non vuoi avere niente da spartire, con loro… ma lei… Lei è un’altra persona che sospetta di “Adam Aryen”… Se davvero nasconde un segreto dobbiamo provare a scoprirlo… Perché per una volta non segui tu le mie intuizioni?… -
- Sei diventato anche tu veggente?… - rispose Immanuel risentito - Ti dico di star lontano dal professore… se anche fosse lui il pazzo… comunque non è solo… sa come usare al meglio il potere mentale di chi lo aiuta… Se decide che sei troppo fastidioso ti spegnerà senza difficoltà… Non avresti scampo contro di lui… Prima di farcelo nemico e scoprire le nostre carte… dovremmo avere una valida difesa psichica… Perché non vuoi capire?… -
- Che piacevole sorpresa, Ispettore!… Posso unirmi a voi? – chiese con voce briosa Diane, rubando una sedia ad un tavolo vicino per accomodarsi accanto a loro.
Jordan restò interdetto per qualche secondo, lasciando scorrere lo sguardo da Diane a Immanuel e viceversa.
L’espressione cupa degli occhi del chiaroveggente era eloquente. Aveva capito chi fosse la ragazza e il trovarsela lì non gli era affatto piacevole.
- “Non osare dire a questa piantagrane chi sono!… Se lo fai, non riusciremo più a liberarci di lei!… Non la voglio intorno!” – questo Jordan leggeva negli occhi dell’amico.
- Si accomodi pure, Diane! – disse l’Ispettore con voce incolore.
Non riusciva a capire l’atteggiamento di Immanuel. Era la prima volta che il ragazzo mostrava chiaramente il suo disappunto in presenza di una sconosciuta. Dopo aver fatto le presentazioni e aver ordinato un caffè per l’ospite, Jordan disse rivolto ad Immanuel: - …Diane è una giornalista… sta seguendo le indagini del caso a cui sto lavorando… per conto del “Jour de France”… e … non è molto soddisfatta degli attuali risultati delle indagini. –
- Come mai? – chiese un distratto Immanuel alla ragazza.
Diane guardo Jordan, quasi volesse la conferma di poter svelare liberamente i suoi dubbi allo sconosciuto.
- Per me… - rispose convinta - …stanno eludendo la pista giusta! -
- E qual è… secondo lei… la pista giusta? – riprese Immanuel.
- Il Professor " Adam Aryen ", con tutta la sua equipe!… Non so quante informazioni lei abbia sugli omicidi avvenuti… ma io penso che di tutte… per la verità, delle poche tracce che dispongono al dipartimento… questa sia l’unica da seguire!… - Lo sguardo penetrante di Diane fissava quello smeraldo di Immanuel, forse sperando di riuscire a scrutare nell’animo del ragazzo e tirar fuori qualche informazione sul suo carattere.
Presto si trovò nella condizione di dover abbassare le palpebre.
Immanuel sosteneva e ricambiava l’occhiata di Diane con uno sguardo truce.
L’intenso verde dei loro occhi sembrava fondersi, ma le loro espressioni non erano proprio amichevoli.
Jordan assisteva inerte alla tensione che cresceva fra i due. Non riusciva a capire i motivi che spingevano Immanuel a mostrare tanta antipatia verso la ragazza che, spinta da naturale autodifesa assumeva gradualmente lo stesso atteggiamento del suo antagonista.
- Capisco!… - rispose Immanuel, restando indifferente alla rabbia crescente che sentiva nell’animo della ragazza - In queste circostanze… “mademoiselle”… se fosse lei a dirigere le indagini … cosa farebbe? -
- Cercherei di ottenere un mandato di perquisizione e andrei a casa del professore. -
- Con quale pretesto? -
- Sospetto omicidio! -
- Dove sono le basi per formulare una tale accusa? -
- E’ un semplice sospetto… in fondo tre delle vittime sono state a contatto diretto con lui… -
- Crede forse che queste siano basi sufficienti per ottenere un mandato… e perquisire una casa?… E se così fosse… Jordan non avrebbe già provveduto? -
- Anche questo è vero!… Ma… se non si può agire protetti dalla legge… si possono usare altri mezzi… per esempio… -
- Cooosa?!? – Lo stupore di Jordan aumentava ad ogni nuova proposta che Diane avanzava nel corso della conversazione con l’amico.
Attimi interminabili si susseguirono alla domanda dell’Ispettore. Diane capì che aveva fatto una gaffe, quindi con un sorriso neutro continuò: - …Scherzavo!… Comunque… non so se la cosa possa interessarti a questo punto... ma una fonte sicura mi ha informato che “Adam Aryen” lascerà Parigi per alcuni giorni, la prossima settimana… ha un’importante riunione negli “Stati Uniti”… Si potrebbe andare a visitare casa sua… giusto per togliersi i dubbi… nessuno è mai stato in quella abitazione… sarà totalmente vuota… il Professore vive solo… chi si accorgerebbe… -
- Questa è violazione di domicilio… - intervenne Jordan - …non si può fare… Non credevo che avessi di queste idee… Se vuoi affascinare Immanuel… hai scelto la strada sbagliata… Questo genere di avventure lo lasciano indifferente… -
- Au contraire… - rispose il ragazzo - …sono allibito dai suoi discorsi… soprattutto se penso… che sta parlando con un Ispettore di polizia della possibilità di commettere un reato!… E… che lo ha scelto come complice… Non pensa di essere avventata nella scelta dei suoi cospiratori?… Ho l’impressione, Jordan… che la tua nuova amica abbia letto troppi gialli… Spero tu abbia abbastanza buonsenso da stare alla larga dalla dimora del Professore… Non vorrei vederti perdere il lavoro!… Ti consiglio di darmi retta, questa volta… non fare un errore di tali proporzioni… Solamente un grande sacrificio da parte di qualcuno potrebbe salvarti… se davvero lui fosse implicato nel caso che stai seguendo… non vorrei doverti dire “Io te lo avevo detto!”… Mi rifiuto di partecipare alla tua disfatta… Fai pure quello che vuoi… ma… ricordati che la tua negligenza ti è già costata cara… Ora, se volete scusarmi… preferisco tornare a lavoro, anziché continuare ad ascoltarvi… - aveva sorriso dell’ingenuità di Diane, ma quando le sua parole si erano rivolte a Jordan la sua voce aveva assunto un tono grave e il suo sguardo si era fatto serio e cupo.
Prima di lasciarli soli, Immanuel aveva osservato Diane. I loro occhi si erano incrociati per un attimo, poi entrambi avevano abbassato le palpebre e un sospiro stanco era sfuggito loro.
Jordan non capiva proprio l’atteggiamento di Immanuel. Dopo averli salutati, l’amico era quasi fuggito via.
- “La scomparsa di Arianne ha minato pericolosamente il suo equilibrio…” – pensò mentre finiva il suo caffè – “Se questo caso non fosse così difficile… lo solleverei dall’incarico… sta diventando così cupo… Quanto mi spiace vederlo ridotto così…” -
- Come sei silenzioso!… - disse Diane per attirare l’attenzione del ragazzo – Strano il tuo amico… E’ sempre così… tristemente sibillino? -
- Ultimamente è stato malato… - rispose piano Jordan - …Nel periodo della sua infermità… è scomparsa sua sorella…e ancora non siamo riusciti a trovarla… Lui sospetta che sia stato il pazzo che sto cercando… però fra le vittime… lei non c’è… Ormai deve avere i nervi a pezzi… Devi scusarlo… solitamente non è così… -
- Oh!… Io non sapevo… mi dispiace… io… -
- Ti credo… ma… non parliamone… Ogni volta che vedo lui… mi ritrovo a scontrarmi con la mia inefficienza… Ora non posso distrarmi… devo riuscire a risolvere questo caso!… Ma… tu sei sicura che la prossima settimana il Professore mancherà per qualche giorno?… Come hai avuto questa informazione?… -
- Non posso rivelarti la mia fonte… ma è così… ti assicuro… Vuoi andare a casa sua?… Io scherzavo… ha ragione Immanuel… è rischioso andarci… potresti realmente perdere il tuo posto…-
- Non pensarci!… Puoi farmi sapere quanti giorni starà via il Professore? -
- Sì!… Però… prometti di portarmi con te… muoio dalla voglia di vedere la casa di questo Pomposo Professore. -
- Ok!… Però, niente macchine fotografiche e niente scoop… almeno per ora! -
- Va bene! -
I due cospiratori sorrisero soddisfatti. Di cosa ridessero era un mistero, ma entrambi avevano una luce sinistra che brillava nel verde dei loro occhi.
 
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Gackt - Camui
view post Posted on 6/7/2009, 23:36




CAPITOLO XII: LA PARTENZA DI ADAM




_ Un lieve bussare alla porta costringe Immanuel ad aprire gli occhi… - “Forse è mia madre!” – pensa il ragazzo. Socchiude le labbra per dire “Avanti!”… ma non percepisce il suono della sua voce… Il tocco alla porta si ripete, ma la voce non viene ancora fuori.
Immanuel sente la gola arida.
Finalmente si decide a guardarsi intorno… La luce bianca del neon sul soffitto è forte e fastidiosa, i muri e la tenda alla finestra sono neri e all’interno della stanza si respira un odore sgradevole… sembra che l’ossigeno cominci a scarseggiare… Prova ad alzarsi dal letto… una indicibile spossatezza glielo impedisse… i colpi alla porta diventano insistenti… Immanuel li sente tuonare nelle sue orecchie… - “Ma cosa mi sta succedendo?… Questa dovrebbe essere la mia camera… invece… Cosa significa questo tetro colore?” –
Immanuel non capisce… sta ancora cercando delle risposte ai suoi interrogativi, mentre, tutto intorno a lui, trasuda sangue… i muri… la tenda… la porta… persino le sue mani sono intrise di sangue.
Improvvisamente la finestra si spalanca… la tenda inizia a oscillare e tra i suoi flutti il ragazzo intravede la bellissima figura di un “Angelo dalle Ali Nere”… il “Pentalfa Scarlatto” è disegnato sulla sua fronte… “Lucifero” entra indisturbato nella stanza.
Lo splendore del suo corpo nudo e diafano dà all’ambiente una chiara dualità. Lo sguardo dorato è fermo su Immanuel.
I due si fissano per qualche istante, mentre il sangue continua insidioso ad invadere l’ambente… sporcando anche il corpo di Immanuel.
- Sei pronto? – chiede “Lucifero” al ragazzo – Il tuo destino ti aspetta! -
Immanuel lo guarda allibito. Pur volendo rispondergli si trova ancora nell’impossibilità di poterlo fare… Il tempo sembra dilatato intorno a lui… come se…
Improvvisamente la scena modifica… Una verde pianura circonda il ragazzo. Il sole è alto nel cielo e dei fiori di campo spandono il loro lieve profumo… In lontananza, Immanuel ode un battere di colpi ad una porta… ma non riesce a scorgerla… Giù… a valle… una figuretta si dirige verso di lui… tenta invano di capire chi sia, ma essa è ancora lontana.
Dietro di lui… la voce chiara e forte di “Lucifero” rivela al ragazzo chi è la persona che gli si avvicina.
- Guardala… guardala attentamente… è… Arianne!… Tua sorella… non le vai incontro per abbracciarla?… Ti garantisco che è lei… -
Il ragazzo si volta a guardarlo. “Lucifero” sorride tranquillo, anche se legge amarezza negli occhi di Immanuel.
- Perché Arianne si trova qui? – chiede il ragazzo.
- Domanda a te stesso di risponderti!… Nel tuo cuore… conosci il responso! – riprende “Lucifero”, mentre spiega le regali “Ali Nere” e si appresta a volar via.
Immanuel rivolge nuovamente la sua attenzione verso la figura che ora riconosce… E’ Arianne.
Muove qualche passo verso di lei… ma i colpi diventano così insistenti da far svanire quel mondo sereno… riportandolo nell’incubo della sua camera. _

La porta si aprì nell’istante in cui Immanuel si slegava dalle braccia di “Morfeo” e tornava alla realtà.
Aveva sognato!… Sì! Aveva visto “Lucifero” in sogno, e con lui c’era Arianne!
Il corpo del ragazzo era madido… il pigiama poteva strizzarsi… tant’era intriso di sudore… Gli occhi infossati e lucidi di febbre… il viso scarno… il respiro affannoso… Nel momento del risveglio si era trovato seduto al centro del letto, le gambe lunghe erano rimaste distese sulle candide lenzuola.
Lentamente ricadde disteso… la testa sul cuscino, le braccia inerti sul letto… Non si era neanche preoccupato di scoprire chi lo avesse svegliato aprendo la porta…
- Arianne… - sussurrò con un filo di voce.
Sua madre, sulla porta, guardava atterrita la scena. I grandi occhi azzurri erano rossi e gonfi… le gote infossate… la figura magra sembrava affaticata.
- “Sta diventando pazzo!” - pensò la donna, mentre grosse lacrime le scendevano lungo le guance pallide. Con passi incerti si avvicinò al letto del figlio… la mano tremante si posò delicatamente sulla fronte del ragazzo. Bruciava!
Lo sguardo di Immanuel era vitreo. La donna non lo aveva mai visto così… Il terrore s’impadronì del suo cuore di mamma. Le lacrime s’intensificarono ed ella cadde in ginocchio al capezzale del figlio… gli prese una mano e se la portò alle labbra.
Immanuel sembrava non sentirla… era smarrito in un mondo tutto suo.
Le palpebre si abbassarono lentamente e il ragazzo tornò a perdersi nell’oblio del sonno.

L’aeroporto era gremito di gente.
Adam, con passo sicuro, si dirigeva verso l’accesso al suo volo… Charles stentava a seguirlo… l’espressione avvilita dell’uomo avrebbe attirato l’attenzione di chiunque… tranne quella di Adam. Il parapsicologo sembrava non accorgersi dell’insoddisfazione del collega… o forse stava ignorandolo intenzionalmente, per esasperarlo… L’espressione del suo viso era indecifrabile… percui, non lo si poteva dire.
- Durante la mia assenza… - stava dicendo Adam continuando a camminare - …cerca di evitare i giornalisti… e qualunque incombenza possa capitare… rispondi che se hanno bisogno di qualcosa… devono parlare con me!… Che aspettino il mio ritorno!… Siamo d’accordo, Charles? -
- Sì, Adam… Non pensi che questa riunione improvvisa sia… ambigua? – chiese l’uomo.
Adam si fermò. Il lungo cappotto nero evidenziava le sue spalle larghe e ben formate e gli dava una severa aria marziale. L’unico residuo rimastogli dell’educazione militare che suo padre gli aveva imposto.
Si voltò a guardare Charles… Nei suoi occhi verdi si poteva leggere il disappunto. Poi, con tono ostile, rispose: - Naturalmente, Charles!… E’ ambigua!… Qualcuno deve aver informato i nostri amici Americani… che sono sospettato di omicidio… Chissà chi li ha informati?… Tu non ne hai idea… vero, Charles? –
- Io?!… Come potrei saperlo, io? – si schernì l’uomo.
- Attento… - l’ammonì Adam - Non tirare troppo le redini… gli stalloni di razza pura sono furbi… appena ti trovano disattento si imbizzarriscono… Riescono persino a romperle, le redini con cui pensi di tenerli sotto controllo… Tu, amico mio… stai facendo un gioco che non mancherà di procurarti guai!… Una montagna di guai!… E’ brutta la via che hai deciso di seguire… Stai tranquillo: io me la caverò… come sempre… Non è la prima volta che vengo attaccato… Ma tu, Charles... Tu, hai mai dovuto combattere per ottenere dei risultati?… No!… Non credo… Sei ancora troppo rigido… non ti sei ancora scontrato con te stesso né con le tue tradizioni… Mi auguro che non ti accada mai… -
- A cosa ti riferisci? -
- Col tempo te ne accorgerai! – sorrise Adam.
La voce della signorina annunciò il prossimo volo… Era quello di Adam, e questi si avviò senza più volgersi indietro.

_ Il sole splende alto, inondando di luce il vasto cortile della scuola… I muri si stagliano erti e minacciosi.
- Tu non sei normale!… - sta dicendo un ragazzo di circa sedici anni ad un altrettanto giovane Adam - …Tutti lo sanno, che sei figlio di una pazza… di una donna malvagia… che ha preferito abbandonarti al tuo destino… piuttosto che prendersi cura di te e di tuo padre!… Tu sei come lei… Un mostro… una aberrazione della natura… dovresti andartene dalla Francia… trovarti un posto fra le montagne e vivere come l’abominevole uomo delle nevi… Sono sicuro… - continua il ragazzo, spinto dai compagni che sghignazzano insieme a lui - che troverai tra quelle caverne un tuo simile… Perché non vai a cercarlo, Adam? -
- No!… Non è vero! – urla Adam – Smettetela di prendermi in giro… -
- Altrimenti cosa ci farai? – risposero in coro i ragazzi.
- Non vorrete davvero che questo abominio della natura… - intimò Adam furente - …vi dia un saggio della malignità del suo animo?… Siete certi di poter sopportare una tale catastrofe?… Badate bene a ciò che dite… potrei prendervi in parola. -
- Tu non sei in grado di farci niente!… Sai soltanto parlare bene… ma, quanto ai fatti… pecchi molto… -
- Lo vedrete! – minaccia Adam.
Il suo sguardo smeraldo li fissa con acrimonia… le sue giovani labbra sono atteggiate in un sorriso crudele… la temperatura corporea gli sta salendo vertiginosamente… Adam sente la rabbia avvolgerlo completamente e contemporaneamente vede i volti degli altri ragazzi sbiancati e terrorizzati… come se qualcuno o qualcosa stesse loro facendo del male… Alcuni si tengono la testa con le mani, quasi questa volesse scappar via… riesce a sentire le loro colorite recriminazioni attraverso i loro pensieri, poiché non riesce loro di parlare… ma solo di gridare dal dolore.
Tutto scompare dopo poco nel nero più profondo… Come se Adam stesse precipitando in un cupo pozzo… si sente cadere velocemente… e sa che presto il deliquio avrà ragione di lui.
Si rivede a casa di suo padre, precisamente nel giardino. Sua madre… una donna fragile… i lunghi capelli castani sono spettinati… i grandi occhi azzurri sono infossati e vacui… il viso pallido e scarno… il sorriso smorto… fissa il figlio come se fosse trasparente.
- Mamma, che hai? – chiede Adam.
Un bambino di appena dieci anni… lo sguardo stupito.
- Nulla… tesoro… Torna a giocare… vai… io… io ti osserverò… - parla in modo strano… il tono della voce è spento… slegato… come… se fosse svampita.
- Sono i tuoi ricordi, ragazzo… Non puoi meravigliartene! – il “Pentalfa Scarlatto” è pericolosamente vivido sulla fronte di “Lucifero”… “L’Angelo Nero” è di fronte ad un Adam adulto, che ha osservato se stesso da giovane con meraviglia… Gli occhi dorati del “Demone” brillano di cruda malvagità… la sua aura rischiara il viso del ragazzo e il suo potere “Demoniaco”… fa sparire il giardino, e trasporta i due sulla vetta più alta e fredda del mondo… “L’Everest”.
Il ghiaccio fa perdere l’equilibrio ad Adam… il gelo penetra nelle sue ossa… Egli si volta per guardare quell’Angelo funesto… ma esso è ormai sparito, lasciandolo lì…
- Che Diavolo succedeee? – urla Adam.
L’eco lo costringe a risentire questa imprecazione all’infinito… disturbando il suo sensibile udito… Adam sente che le sue membra si stanno atrofizzando… il freddo sta agendo come un messaggero di morte… Sente il suo cuore… il battito è lento… come se quell’organo si fosse stancato di pulsare… sembra quasi voglia fermarsi… Un dolore sordo lo colpisce al petto… _

Adam si agitava nella poltrona… una hostess se ne accorse e, poggiandogli una mano sulla spalla, lo scosse leggermente e gli chiese: - Signore… sta male? –
- Non è niente… - rispose lui riemergendo dal sogno - …un incubo… Adesso… mi sento meglio! -
- Vuole qualcosa da bere? -
- No, grazie!… Mi ci strozzerei! -
- Scusi?! -
- Nulla, scherzavo!… Comunque… se non deve ripartire subito… e non ha impegni… Appena atterriamo gradirei offrirle qualcosa al bar… Giusto per scusarmi d’averla allarmata! – rispose Adam sorridendo poco convinto alla giovane.
- Non è necessario… grazie! -
L’hostess si allontanò e Adam si riappoggiò al sedile; poi, chiuse gli occhi perplesso.
Erano ormai parecchi anni che non si riaffacciava alla finestra della sua infanzia.
Perché adesso gli era riapparsa?
Perché era tornata, inattesa e crudele?


SPOILER (click to view)

P.S. Scusate il ritardo nel postare questo nuovo capitolo, ma ho avuto il pc rotto e solo adesso sono riuscito a comprarne uno nuovo.

 
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antonio9263
view post Posted on 7/7/2009, 10:07




l ho iniziato a leggere... finalmente ho avuto un pò di tempo!!!!
mi sta piacendo molto^.^
 
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Gackt - Camui
view post Posted on 8/7/2009, 06:53




Mi fa tanto piacere che ti piaccia, spero che almeno tu mi scriverai i tuoi commenti! Non vedo l'ora di leggerli! :)
 
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Gackt - Camui
view post Posted on 23/7/2009, 23:26




CAPITOLO XIII: LA STRANA CASA DI ADAM




La notizia della partenza di Adam rese Jordan e Diane felici.
Finalmente potevano entrare in casa del Professore, senza il pericolo che egli li scoprisse.
Jordan non aveva informato Immanuel del loro piano, non voleva che l’amico gli ricordasse ancora una volta quali fossero i suoi doveri… non anelava a litigare con lui… e non gradiva neanche che pensasse che non si fidava delle sue intuizioni… Jordan si fidava sempre di ciò che Immanuel diceva… ma il Professore era un enigma che lui doveva svelare.
- “Certo, Immanuel…” – pensò il giovane – “mi darebbe consigli più saggi… mentre Diane… lei è… è così impulsiva!… Nei suoi occhi c’è una luce… - Ma tutto ciò… non vale il veleno… che stilla dai tuoi occhi… dai tuoi occhi verdi… laghi dove trema la mia anima… e si vede a rovescio… A folle vengono i miei sogni… per dissetarsi a questi amari abissi! - …Baudelaire ha ragione… questi versi spiegano perfettamente una ragazza come lei… sembrano scritti per lei… Diane riesce a turbare la mia anima!… Sono un idiota!… Con tutti i problemi che ho… vado a pensare a queste cose… Sarebbe meglio rimandare questi pensieri a dopo… a dopo aver risolto questo impossibile caso… Credo sia la cosa più giusta… Dovrei dar retta ad Immanuel… soffermarmi più spesso a meditare su quello che sto per fare… eviterei di cacciarmi nei guai…” -
- Siamo sicuri, Jordan… che la partenza del Professore t’interessi veramente? – chiese Diane porgendogli una tazza di fumante e profumato caffè – Mi sembri distratto… -
- Pensavo a cosa direbbero i miei colleghi…- mentì Jordan - …se sapessero che sto per infrangere la legge! -
Diane era perplessa… lo osservò per qualche istante. L’Ispettore ai suoi occhi sembrava posato e tranquillo… Forse la prima impressione che aveva avuto di lui era esatta: era un inetto.
- Se troveremo le prove che è lui il maniaco… - riprese Diane - …dovranno ringraziarti per quello che hai fatto… altrimenti… non è necessario informarli della cosa. -
- Hai ragione!… Vista da questa angolazione… noi siamo nel giusto e la legge è nel torto… - sorrideva amaro - Però… se tutti i cittadini facessero come noi… regnerebbe il caos!… Io dovrei far rispettare la legge… non infrangerla… o sbaglio? -
- No, tesoro!… Non sbagli, ma… se tu rendessi pubblici i nostri sospetti sul Professore… chi ti crederebbe?… Senza prove sei privo dell’elemento chiave… Ora, vuoi continuare a farti inutili domande su ciò che è giusto e su ciò che è sbagliato… nel mio morbido letto?… Oppure vuoi finalmente alzarti… e prepararti, per avviarci a casa del Professore?… Eri così entusiasta di entrare in quella casa… ora cosa ti succede? -
Le morbide lenzuola di seta nera accarezzavano la pelle ambrata di Jordan… quel tocco delicato gli rievocava le immagini del pomeriggio appena trascorso… Sentiva ancora il profumo del corpo di Diane, che lo avvolgeva come un dolce balsamo, calmando il fuoco che gli ardeva dentro… E la calda e suadente voce di lei che gli suggeriva di abbandonarsi al piacere.
Non riusciva a risolversi ad abbandonare quelle immagini di serenità.
Era un po’ di tempo che non dava importanza al piacere sessuale… Da quando quella pazza si era convinta che lui era il suo grande amore… Quello era stato un periodo nero… se ci ripensava si sentiva male… Per fortuna tutto si era chiarito… Immanuel aveva dato fondo a tutta la sua esperienza, per far capire alla ragazza che il suo non era amore, ma un’ossessione… che stava facendo soffrire la persona che diceva di amare… Ma adesso… nessuno poteva garantirgli che Diane non ordisse lo stesso inganno dell’altra… in fondo si conoscevano solo da qualche settimana… dopo pochi giorni lei lo aveva invitato nel suo appartamento e un paio di sere dopo si erano ritrovati a letto insieme, a gustare i piaceri carnali senza starci tanto a pensare… Diane era una ragazza strana… aveva una fretta esagerata… come se non avesse abbastanza tempo per vivere tutte le esperienze che la sua fantasia le suggerisse… certo, poteva darsi che lei non attribuisse una particolare importanza ad un rapporto sessuale… proprio come facevano i giovani di questo secolo caotico e frenetico…
Però aveva ragione lei, Jordan lo riconosceva. Se volevano entrare nella casa del Professore dovevano sbrigarsi a farlo prima che questi rientrasse.
Non c’erano certezze che “Adam Aryen” si fermasse a New York per qualche giorno, come diceva l’informatore di Diane…
Chi era poi questa preziosa fonte che non poteva essere rivelata?
E per quale motivo Diane se ne fidava così tanto?

- “Dove sono?… Che posto è questo?… Mi sembra di fluttuare in un limbo senza fine… Da quanto tempo sono qui?… Come ci sono arrivata?… Mi sento così bene… è come se… sì, come se non fossi mai nata… Ma io so di essere nata… abito a Parigi… ho degli amici, con cui esco il sabato sera… Perché mi trovo qui?… Io voglio tornare a casa… C’è nessuno?… Se qualcuno riesce a sentirmi mi dica cos’è successo… per favore… A casa mi staranno aspettando… saranno preoccupati.. Cos’è quest’odore?… Sembra… “Incenso”!… Non sarò mica in una chiesa?!?… Che stupida!… Sono proprio una sciocca… come ho fatto a non pensarci prima… Sono… dentro a un sogno!… Ma certo, sto semplicemente sognando… tra poco mi sveglierò… e dimenticherò tutto… Se invece dovessi ricordarlo… e raccontarlo agli amici… rideremmo per dei giorni della mia ingenuità… Però, ho l’impressione di essere in questo posto da settimane… Sarà l’effetto del sogno!… Non si può fluttuare nell’acqua per delle settimane… Soffocherei!… Ma questa è davvero acqua?… Al tocco direi che è più densa… è… comunque un liquido… ma non mi sento soffocare… Al contrario, ci sto così bene… non c’è freddo, o caldo… non manca l’aria… non sento i morsi della fame… E’ un sogno!… Ecco perché tutto mi appare normale…” -
- Continua a dormire, Arianne… Non devi ancora svegliarti!… Sei nel grembo della Terra… essa ti proteggerà finché non ti sveglierai dal tuo lungo sonno!… Dormi, bambina… Dormi ancora un po’… devi riposare… non puoi arrivare stanca al cospetto del Destino!… Vedrai che ti piacerà, il tuo risveglio… troverai le persone che più ami, quando riaprirai gli occhi!… Ti stanno aspettando! -
- “…Chi ha parlato?… Di chi è questa voce?… Perché devo dormire?… Scusi, signore… vorrei chiederle di spiegarmi… Ma io non sto parlando… sto pensando!… Per quale motivo non riesco a dire nulla?… Signore!… Non se ne vada… mi spieghi che succede… Se ne è andato!… Mi ha lasciato di nuovo sola… Immanuel, dove sei?… Perché non mi tiri fuori di qui?… Oh, già!… Tu pensi solo al tuo lavoro… che t’importa di sapere dove sono… e se ho bisogno di te!… Non è vero, lo so… tu mi pensi… Sono cattiva a credere che tu non mi stia già cercando… Ma, se sono persa in un sogno… di certo tu non puoi saperlo… pensi che io stia tranquillamente dormendo… Non di meno… vorrei tanto svegliarmi per vederti… sentire la tua voce rassicurante che deride i miei incubi, per sdrammatizzare… E se non dovessi tornare più?… Voglio uscire da questa trappola… Voglio tornare alla mia vita… “Iblis”!… Chi è “Iblis”?… Perché questo nome mi è passato per la mente?… E come faccio a sapere che è realmente un nome?… Nooooo!… La mia testa… Cos’è questo atroce dolore?… Ah! Basta!… Aiutooo!… Aiutatemi… Immanuel aiut…” -

La luce delle lampadine tascabili fiocamente illuminava la porta e parte della facciata della dimora di “Adam Aryen”.
Una bianca casa a due piani, in stile Barocco. Foglie e fiori erano il tema delle decorazioni.
Le ampie e alte finestre sembravano spiare i movimenti delle due figure scure, che, alla ricerca di un varco per entrare all’interno del vasto edificio, vi si aggiravano intorno.
Infine, sul retro, i due complici videro una finestra socchiusa.
Forse il Professore, prima di andarsene, si era dimenticato di controllare quell’ala della casa.
La fortuna sembrava sorridere a Jordan e a Diane.
Arrampicarsi sui muri decorati fu facile… e presto i due si trovarono all’interno della camera.
Il salotto era lievemente rischiarato da un pallido raggio di luna, che penetrava attraverso i vetri e dallo spicchio rimasto aperto della finestra.
La tenda di broccato discendeva verticale alle estremità della riloga e, trattenuta da due fasce dello stesso tessuto, era stata appuntata ad un elegante perno di metallo dorato… percui la luce era libera di giocare nella stanza.
Malgrado il camino fosse spento, nella camera non c’era freddo.
Jordan chiuse la finestra e tirò la tenda… quindi accese le luci del grande lampadario e l’ambiente si illuminò.
Le luci delle trenta lampadine si riflettevano sui pendagli di cristallo del lampadario… i quali, brillando, spandevano tutt’intorno piccole strisce di bagliori colorati, che sfiorando gli oggetti lucidi del salotto creavano un gioco sfavillante di colori sul divano, sulle poltrone di pelle nera… sulla tenda bordeaux.
Jordan e Diane rimasero stupiti nel vedere quello spettacolo, ma ancor di più quando, alzando gli sguardi sulla volta a crociera, videro gli affreschi che la adornavano.
I quattro spicchi di soffitto mostravano scene diverse, ma tutte ugualmente belle e vivide. I colori sembravano freschi… ma era praticamente impossibile che lo fossero. Se qualcuno fosse stato in quella casa e avesse visto un tale mirabile lavoro… non avrebbe tenuto la bocca chiusa… Quella vista mozzava il fiato… per via dell’inquietudine che trasmetteva agli animi.
Uno spicchio era dedicato al pipistrello… il padrone indiscusso della notte… - “Un albero spoglio si stagliava su di una pianura arida e rocciosa… la bianca luna sorrideva alle miriadi di pipistrelli posati a testa in giù su quei rami secchi”.
Il secondo comparto mostrava un insieme di montagne rocciose… - “Anch’esso baciato dalla luce lunare… Dei lupi stavano riuniti intorno al capo del branco… un lupo maestoso… dal pelo nero come l’inchiostro e dallo sguardo fiero… sembrava in procinto di ululare alla luna”.
Il terzo scenario aveva colori più caldi… - “Il sole alto ardeva l’ocra rossa del deserto… carcasse di animali e d’uomini erano disseminate nella sabbia… e neri… enormi avvoltoi con i becchi staccavano pezzi di carne morta… e la mandavano giù come fosse cibo prelibato”.
- “Cobra riempivano lo spazio rimasto… Un angolo di foresta, infestato da serpenti e cobra, che si arrotolavano sui rami dei verdi alberi… o che strisciavano sui tronchi, per terra… Splendidi rettili colorati… Cobra col collo aperto… che lasciava vedere la maestosità degli occhiali… le lingue biforcute lambivano l’aria e gli occhi ipnotici guardavano con sfida chi osasse contrastarli… davano l’impressione di poter scendere dal soffitto e attaccare veramente chi fosse nella stanza”.

- Accidenti!… Ma che gusti ha, questo Professore? – domandò indignata Diane – Hai visto cos’ha combinato a questa camera?… Come ha fatto ad inserire un salotto moderno… in una stanza come questa?… Ne ha rovinato l’armonia… -
- Dubito che possiamo permetterci di perdere tempo a giudicare i gusti del Professore!… Non so tu… - rispose Jordan - ma io vorrei finire in fretta questa strana ispezione… e uscire da questo posto… anche volando, se fosse possibile… Qui dentro si respira un’aria che non mi piace affatto!…-
- Io volevo visitarla, questa antica dimora!… Ti prego!… Non hai voluto che io portassi la macchina fotografica… ed io non l’ho portata!… Hai detto “Niente articolo!”… Ed io rispetterò anche questa tua richiesta… Almeno fammi visitare la casa!… Quando riavrò un’occasione simile?… Per stanotte, il Professore non tornerà… e se anche fosse… penso che avremo il tempo di fare un giretto… non credi? -
- Diane!… Non siamo qui in gita turistica… -
- Per favore!… Cosa ti costa dare un’occhiata? -
- D’accordo!… Che sia una visita veloce… Ok? -
- Ok!… Grazie Jordan, sei un tesoro!… Mentre io vado a vedere il piano superiore… tu controlla qui sotto… sono sicura che troveremo qualcosa d’interessante! -

Il piano superiore si rivelò migliore del salotto. Diane ne era entusiasta. Le camere da letto erano tutte rigorosamente in stile barocco… con tanto di baldacchino, tende di broccato o di velluto, a seconda della tappezzeria, e i mobili dell’arredamento… Quasi tutte le stanze prediligevano il verde o il bordeaux… e tutte erano pulite e ordinate come se si aspettassero ospiti da un momento all’altro.
- “Se Adam vive solo… chi è che fa le pulizie?” – si chiese Diane.
Il lungo corridoio aveva le finestre con le ante interne aperte… e la luna, lo illuminava fiocamente.
I passi di Diane riecheggiavano nel silenzio… La ragazza ebbe quasi l’impressione che qualcuno la seguisse… che non fosse l’eco dei suoi tacchi contro il marmo bianco a risuonare… Eppure la casa era vuota… Adam era partito… ne era sicura… Diane era andata all’aeroporto per vederlo salire a bordo… Ed era poi risaputo che il Professore non era sposato… non abitava coi genitori, poiché erano entrambi morti… non c’era nessuna governante… né camerieri.
Insomma… Viveva in totale solitudine!
Ma allora… chi puliva?… Chi cucinava?… Chi riordinava la casa?… Chi rifaceva i letti?
 
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Gackt - Camui
view post Posted on 19/8/2009, 14:34




CAPITOLO XIV: IL MISTERO S’INFITTISCE




Jordan, intanto, aveva esplorato il piano di sotto.
Uscito dal salotto, si era trovato in un corridoio semibuio che lo aveva condotto fino all’ingresso… Un vasto ambiente illuminato – di giorno – dalla luce del sole che penetrava da due finestre ai lati della porta d’entrata… dal soffitto scendeva un’enorme lampadario di cristallo… i pendagli discendenti lanciavano bagliori colorati… Jordan pensò che vi fossero almeno una sessantina di lampadine… di fronte alla porta, una decina di gradini di marmo bianco conduceva ad un pianerottolo dal quale si aprivano ad ali due serie di scalini che portavano di sopra, anche queste dello stesso materiale dei primi e del pavimento… Delle colonnine di marmo bianco striato di grigio, adornavano il poggiolo delle scale fino al piano superiore… Due statuette finemente lavorate, dello stesso genere, rappresentanti due giovinette che sostenevano un candelabro a tre bracci… seminude e provocanti, invitavano gli ospiti a salire i pochi gradini che portavano al primo pianerottolo.
L’Ispettore, dopo qualche minuto di stupita contemplazione, si era diretto verso la porta alla sua destra. Aprendola, si era trovato di fronte una biblioteca immensa… I ripiani di legno scuro erano appoggiati ai muri… alti fino a dove consentiva la volta a crociera del soffitto… Nelle quattro arcate c’erano affreschi rappresentanti scene dell’apocalisse… Sembravano delle profezie… e non dei semplici affreschi… E anche questi, come quelli del salotto, apparivano vividi… quasi che i personaggi potessero scendere dai loro posti per presentarsi in carne e ossa di fronte a Jordan…
La prima arcata ospitava i sette angeli, custodi delle coppe dei sette flagelli che avrebbero colpito la terra: Il marchio della Bestia… Sangue sui mari… Sangue nei fiumi e nelle sorgenti… Fuoco del sole che brucia le genti… Le tenebre che avvolgono il trono della Bestia… Le acque prosciugate… Folgori, tuoni e un grande terremoto che squarcia la terra.
La seconda arcata… beh!… Chi altri se non la Bestia con sette teste e dieci corna… il corpo di Drago dai vividi colori… verde e giallo.
La Meretrice di Babilonia era la terza ospite… La grande città devota a “Satana” era raffigurata nei panni di una donna nuda… Con lo sguardo di fuoco che fissava gli uomini… chiamiamoli pure uomini, quei rozzi tipi che se la contendevano, a tutti i quali lei generosamente, ed ebbra, si concedeva contemporaneamente… lasciandosi violare ogni centimetro di pelle… sorridendo malignamente alla pioggia di seme che gli uomini la gettavano sul viso e sul corpo… sprecando così la vita che avrebbe potuto germogliare nel ventre di una donna pulita… I suoi seni esageratamente grandi si alzavano e abbassavano ad ogni suo respiro… La puttana era contenta dello scempio intorno a sé.
Ma la Guardiana era a poca distanza… “La Morte”… occupava la quarta arcata… Il lungo e scollato abito nero la fascia con eleganza… il volto di un angelo… la pelle bianca brilla di luce propria… i lunghi capelli neri scivolano come seta sul corpo, fino a metà coscia… i grandi occhi rossi sembra vogliano ipnotizzare chi li guarda…
Il lampadario di cristallo – i pendagli ne creavano l’elegante profilo – con la sua luce evidenziava l’orrore della fine dei tempi che quegli affreschi lasciavano presagire … Le pesanti tende di velluto rosso nascondevano due porte-finestre… Poco distante da esse, una pesante scrivania in legno, color mogano, finemente intarsiata… ad occhio e croce, Jordan valutò che risaliva all’inizio del XIX secolo… o poco più… Su di essa, qualche libro che Adam stava leggendo o consultando… e una lampada singolare… Un angelo nero, d’ebano, che teneva nella mano destra una lancia… e nella sinistra una torcia sulla cui cima splendeva una lampadina… Nel resto della grande stanza erano sparse poltrone e sofà… a terra c’era un tappeto orientale il cui colore predominante era il rosso… in sintonia con le tende.
Jordan, intimidito da tutto quel fasto, cominciava a pentirsi di aver ascoltato Diane e di essersi lasciato convincere a tentare quella sortita per incastrare Adam.
Ormai era lì… se si fosse scoperta la sua bravata… lo avrebbero degradato lo stesso… anche se ora andava via senza aver continuato la perlustrazione… i suoi scrupoli di adesso non lo avrebbero certo salvato… Tanto valeva andare fino in fondo!
La sua curiosità lo portò presto in un’altra stanza.
Un superbo salone era davanti ai suoi occhi… Quattro tende di broccato dorato facevano da ali ad altrettante porte-finestre.
Diciassette statue di marmo nero, ad altezza d’uomo, accostate ai muri a poca distanza l’una dall’altra, adornavano la sala. Rappresentanti delle fanciulle dai lunghi capelli… semivestite, che reggevano un candelabro d’argento a tre bracci… rosse le candele.
La volta a vela custodiva un unico grande affresco… “La Caduta di Lucifero dal Paradiso”.
Gli occhi dorati dell’“Angelo Nero”, sono colmi di furore… “Le Ali Bianche di Lucifero” sono per metà nere, sembrano colorarsi gradualmente… Il “Pentalfa Rovesciato”, che è appena stato impresso sulla fronte bianca del bellissimo “Lucifero”, è rosso fuoco… i lunghi capelli sul collo sono mossi dall’aria, messa in moto dal suo precipitare… Le labbra rosse si atteggiano in un cinico e freddo sorriso… sembrano celare una minaccia… una minaccia che “Dio” non tiene in alcuna considerazione… “Lucifero” sta precipitando a testa in giù… mentre “Dio” tiene il dito accusatore puntato sul Ribelle… Nei suoi occhi c’è l’accusa… senza un briciolo di pietà verso questo suo figlio… Gli occhi nocciola non mostrano affatto l’amore di un padre… La lunga veste bianca sembra volteggiargli addosso e le sue labbra mostrano rabbia… Il cielo è azzurro attorno a “Dio”, mentre, pian piano che scende verso “Lucifero”, si colora di grigio… un grigio che diventa sempre più scuro… fino a che non sfuma nel nero.
Sui muri, affreschi di angeli neri e bianchi che stanno lottando… con lance, spade, arco e frecce… Mentre lo scintillio dei cristalli dei due immensi lampadari, da sessanta lampadine ciascuno… permettono alla scena sul soffitto di specchiarsi nel vasto pavimento di marmo nero.
Jordan rabbrividì.
La paura stava giocandogli un brutto tiro.

Le note di “Bohemian Rhapsody” facevano compagnia ad un afflitto Immanuel… Uno spicchio di luce lunare dava alla stanza un’aria tetra e funesta.
Una persistente inquietudine serpeggiava nell’animo di Immanuel… Egli si alzò stancamente dal letto e si diresse alla finestra… Fissò un punto lontano nella notte… sembrava tutto tranquillo… eppure lui percepiva intorno a sé una forza strana…
- “Chissà dove si trova Arianne?… Che starà facendo?… E quel sogno… Era così reale… come se… Non riesco a capire per quale motivo non la trovo… Sembra avvolta da una barriera psichica impenetrabile… Anzi, è così!… Non posso credere che anche lei sia coinvolta nella battaglia… Eppure si sta proteggendo… o qualcuno… la sta nascondendo!… In entrambi i casi… è contro di me che agiscono…” -
Un dolore alle tempie costrinse Immanuel ad allontanarsi dalla finestra… con le dita si massaggiò la testa… ma la fitta aumentava, cercò di avvicinarsi al letto per distendersi… ma cadde sulle ginocchia prima di poterci arrivare… quindi, si accasciò sul tappeto.
- “…Jordan!… Che cosa hai fatto?… Ti avevo chiesto di non entrare nella dimora del Professore… Perché non mi hai ascoltato?… Adesso nulla può fermare il susseguirsi degli eventi… e nessuno… può liberarti dalla malia che t’intrappolerà… Sanguina la Terra… Tempo ne è!… Ah!… La mia testa… Nooooo!… Non adesso…Il male che gli uomini fanno… non muore mai!… Bastaaa!…” -
Un lampo di luce rossa squarciò le immagini della sua mente ormai allucinata…
Il dolore alla testa divenne intollerabile.
Immanuel cercava disperatamente di restare cosciente… Doveva fermare Jordan, sebbene sapesse che era ormai tardi.
Ma non ci riuscì.
Un rivolo di sangue scese dalle sue labbra aride… gli occhi si fecero vitrei… grosse gocce di sangue scendevano dalle lunghe ciglia scure… presto il corpo cedette.
Immanuel era lì… steso sul tappeto… privo di sensi… come morto… Qualcosa stava cambiando in lui… Aveva lottato con tutte le sue forze per contrastare la metamorfosi… ma era stato tutto inutile… Adesso era avvenuta!

Diane raggiunse Jordan nello studio di Adam.
- Accidenti!… - esclamò - …Questo sì che significa… essere fuori di testa!… Hai visto?… Questa casa è assolutamente assurda… per non dire peggio… Chi può essere stato tanto pazzo da perdere il suo tempo a fare un lavoro simile?… Dovevo portarla, la macchina fotografica… -
- No!… - urlò Jordan - …Non siamo qui per divertirci, te l’ho già detto… Hai trovato qualcosa di sopra? -
- A parte la sontuosità delle stanze… Niente!… Non ti arrabbiare… Io… volevo portare la macchina fotografica… soltanto per avere un ricordo tangibile della nostra visita… -
- Immagino!… Alla prima occasione avresti pubblicato le foto sulla prima pagina del giornale… - incalzò Jordan di malumore - …Dimenticandoti completamente… che stiamo violando la legge… Sei troppo impulsiva, Diane… dovresti riflettere di più… altrimenti finirai per cacciarti nei guai… Anch’io dovrei farlo… -
- Non esagerare!… Calmati, Jordan… sei troppo teso… Dev’essere questa casa… la sua atmosfera è opprimente… e tu ne subisci l’influenza… Devi essere più forte psicologicamente… sennò non farai mai carriera… Ma ora ci sono io… riuscirò a farti calmare… - il tono mellifluo della sua voce, calmò il giovane ispettore… e gli trasmise un nuovo impulso a continuare, un incentivo.
Jordan dovette riconoscere che Diane aveva ragione.
La dimora del Professore meritava di essere fotografata… Stanza per stanza… Con i suoi immensi affreschi sui soffitti… i camini, con i loro rilievi floreali finemente lavorati, e i ripiani abbelliti di ninnoli di varia bellezza e valore… Da ciò che si poteva vedere, i camini erano l’unica fonte di riscaldamento della casa… percui ogni stanza ne possedeva uno… persino nel salone c’era il camino… anche se forse Adam non aveva motivo di entrarci spesso… Certo che era assurdo! Pensare che nel XXI secolo esistessero case senza condizionatori d’aria fredda e calda… che mantenevano gli ambienti alla stessa temperatura… eppure quella dimora ne sembrava priva.
Le tende immense di mirabile fattura… tranne quelle del salone che erano dorate… erano tutte verde smeraldo, rosse o bordeaux. Jordan non capiva perché…
Quella dello studio era verde smeraldo.
L’ambiente era più caldo… evidentemente Adam passava la maggior parta del suo tempo in quella stanza… Nel camino c’era ancora la cenere del fuoco dei ceppi che il Professore aveva arso per riscaldarsi la sera precedente…
- “Forse la domestica si è dimenticata di pulire il camino stamattina…” - pensò Diane con cinismo.
Certo, la presenza di una domestica spiegava come mai le altre stanze fossero pulite e ordinate… Altrimenti… come avrebbe fatto Adam con la polvere?… Le ragnatele avrebbero regnato sovrane nelle stanza inabitate…
Come mai Diane non aveva trovato una camera da letto disordinata… o quantomeno che desse segno d’essere abitata?… Forse Adam non dormiva mai?
Impossibile!… Ci doveva essere una spiegazione a tutto ciò.
Diane si voltò verso Jordan, per esternargli i nuovi sospetti… ma questi era totalmente assorto nell’ammirazione dello studio… osservava tutto con infantile curiosità… e restava in silenzio per non rompere la magia della stanza.
Sul pavimento era un grande tappeto orientale, il cui colore dominante era il verde… Una pesante libreria di legno scuro, con le ante a vetri, era appoggiata al muro di fronte alla porta, davanti alla quale Jordan era rimasto… indeciso se varcare la soglia o meno… A destra c’era la porta-finestra e a sinistra il camino… Di fronte alla libreria, quasi al centro della stanza, c’era uno scrittoio in legno d’ebano… con i piedi ricurvi… cesellato finemente… probabilmente Adam ci teneva in modo particolare… poiché era lucidissimo: malgrado fosse nero, ci si poteva specchiare… se solo si fossero tolti i vari oggetti che vi erano posati sopra… Fogli bianchi, matite, penne… su una parte dello scrittoio un modernissimo computer… accanto ad esso, un teschio scavato che sembrava umano… - o forse lo era - fungeva da portacenere… Per portapenne, l’estremità inferiore di un omero… quindici centimetri di levigato osso umano… bianco come la neve, che contrastava con il ripiano scuro… Nella stanza aleggiava un forte odore di fumo mischiato a quello del legno secco.
Infine Jordan entrò nello studio… aveva quasi paura ad alzare gli occhi al soffitto, per guardare cosa esso gli riservava… poi pensò che aveva visto gli altri affreschi… perché non ammirare anche questo!
- “Lucifero”, in tutta la sua bellezza… sorride malignamente… Le grandi ali nere sono semi aperte… una stola nera è appoggiata sul bacino, pende fino a metà coscia… quel tanto che basta per nascondere il sesso del bellissimo essere… Quanto al resto, il bianco corpo è adamitico… le gambe sembrano semi piegate… eppure volteggiano nell’aria… i capelli, lunghi fino al collo, danzano sul viso… creando un connubio perfetto tra il nero loro e il bianco del viso… L’oro degli occhi sembra voler rivelare una verità che agli uomini è celata… le mani, davanti al busto, si atteggiano ad ali d’una grossa sfera… Jordan osserva meglio quella sfera… poi, atterrito, vede che essa è la terra… al centro della terra, una luce gialla e rossa si espande… e piccoli raggi rossi arrivano alla superficie del globo… -
Il lampadario di cristallo, con le sue trenta lampadine, illumina la volta a vela… segnando sinistramente il volto del Demone.
Con passi tremanti, Jordan si avvicina al camino, mentre Diane armeggia col computer.
- Non dovresti toccare quell’affare…- intima l’Ispettore alla ragazza - potresti premere un tasto sbagliato che potrebbe rivelare al Professore la nostra visita… -
- Non preoccuparti… non sono così sprovveduta da mettere le mani… su cose con le quali non ho dimestichezza!… Sarò anche impulsiva… ma non cretina!… Ok, tesoro? -
- Ok! -
Non che fosse realmente tranquillo… ma aveva bisogno di calmarsi… Aveva i nervi a fior di pelle… e scattava come una molla al minimo rumore.
E fu proprio quello che accadde, quando inavvertitamente, sfiorando appena uno dei fiori della decorazione posta in rilievo sul frontale del camino… questo fece scattare un congegno che permise alla parete interna del camino di aprirsi, rivelando un passaggio al suo interno.
Persino Diane rimase allibita. Guardava Jordan aspettando impaziente che lui decidesse il da farsi.
Con gesti lenti e prudenti Jordan spostò la griglia del parafuoco… gli alari tintinnarono… cautamente entrò nel passaggio cercando di non lasciare impronte sulla cenere… Diane fece altrettanto.
- “Lo sapevo che il Professore nascondeva qualcosa!” - pensò fra sé Diane – “…Avrei dovuto portare la macchina fotografica… questo passaggio potrebbe rivelarsi più interessante di quanto non sembri!… Accidenti a Jordan e alle sue paure!… Potevo fare il miglior scoop della mia vita!” -
L’interno del passaggio sembrava scavato nella roccia… Ai due lati dell’ingresso, due grosse torce illuminavano un unico sentiero… Jordan e Diane decisero di percorrerlo per vedere dove portava… e cosa rivelava.
Jordan prese una torcia e, insieme alla sua complice, si avviò alla scoperta… alla scoperta di che cosa?
Forse solo di un passaggio che arrivava fino alla Senna!… O forse, di una tomba di famiglia!…
Visto l’aspetto tetro di “Adam Aryen”… riusciva facile pensare ad una tomba.
 
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Gackt - Camui
view post Posted on 5/9/2009, 16:15




Ma qualcuno lo legge il mio romanzo? A me sembra proprio di no! :)
 
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antonio9263
view post Posted on 5/9/2009, 18:48




non posso leggere tutto questo al pc, mi verrebbe un mal di testa fortissimo e dolore agli occhi!!!!

spero un giorno di poterlo stampare ma da un pò che non ho le cartucce

scusa!!! :)
 
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Gackt - Camui
view post Posted on 23/9/2009, 16:06




CAPITOLO XV: STRANE ISCRIZIONI




- “Bravo il mio Ispettore!… Aspettavo con impazienza la tua prossima mossa… Vedo che non hai perso tempo… Ah!… Come sei prevedibile… Sapevo che prima o poi avresti fatto una mossa sbagliata… Cosa pensi di trovare a casa mia?… Ah, sì!… Le prove!… Capi d’accusa per incriminarmi di fronte ad un tribunale… Caro il mio Ispettore… mi fai tanto idiota da nascondere a casa mia degli indizi che potrebbero accusarmi?… Nooo!… Tu volevi vedere dove vivo, e con chi!… Scommetto che stai tremando di paura, di fronte agli affreschi dipinti sui soffitti di casa mia… Ma la curiosità ti spinge a continuare… Cosa vuoi da me?… Le risposte che non sai darti?… Non sono io il tuo confidente… chiedi a lui… lui conosce i responsi… e se tu guardassi dentro di te… anche tu sapresti perché ti poni tante domande… Vai dal tuo amico veggente… fatti dire perché senti una mano gelida attorno alla tua gola… che stringe senza pietà… che vuole soffocarti… Sanguina la terra… tempo ne è!… Gli uomini si sono divertiti a ferirla e ora ne raccolgono i frutti…”-
- Il signor Adam Aryen è desiderato al telefono!… - la voce del ragazzo interruppe i pensieri di Adam.
- Sono qui!- rispose facendo un impercettibile cenno con la mano.
Era appena sceso al bar dell’albergo, per bere un Cognac e poi uscire a fare due passi, per rilassarsi e sgranchirsi le gambe un po’ prima di cena… Il viaggio e quello strano sogno… avevano minato un po’ la sua abituale freddezza… Doveva restare calmo.
Mentre tranquillamente si gustava il suo drink… eccola!… La visione!… Accadeva così… senza preavviso e senza che lui facesse nulla per averla… Come sempre, del resto!
- La sua casa a Parigi era illuminata… Poco dopo aveva visto Jordan e Diane vagare per le stanze… anche ora… mentre si avviava nella hall per rispondere al telefono… continuava a vedere quello che facevano i due complici… La cosa non lo preoccupava affatto… se gli avessero chiesto di poter visitare casa Aryen… forse avrebbe anche acconsentito… Non aveva nulla da nascondere!… Vederli entrare come ladri… questo si che lo faceva ridere… -
Ed infatti sorrideva, quando giunse davanti al giovane della reception, per chiedere a lui di passargli la comunicazione in una delle cabine.
- Oui!? – chiese quando udì un lieve rumore all’altro capo del telefono.
- Professor Aryen? -
- Sono io!-
- Bene!… Sono il Dottor Harris… Rod Harris… della Fondazione di Parapsicologia. Ho il compito di controllare se tutto è come lei ha richiesto!… E di riferirle inoltre che la riunione è per domattina alle nove… Ha bisogno che le mandi l’auto della Fondazione?… -
- No!… Prenderò un taxi… come un buon cittadino!… Per quanto riguarda il resto… va tutto bene!… Dica pure ai suoi colleghi… che domattina sarò puntuale… Deve dirmi altro? -
- No!… Se è tutto a posto… il mio compito è finito… Ora la lascio riposare… a domani! -
- A domani!- concluse Adam riagganciando il ricevitore.
Questo sì che finì di far sorridere Adam… facendolo iniziare a ridere di cuore… Che tipi questi Americani!
- “Devono essere davvero preoccupati… se sono diventati all’improvviso così cerimoniosi… Sì!… Preoccupati… e… spaventati!… Hanno paura di me?… Aaaah!… Aaaah!… Sono così ridicoli!… Così prevedibili!… Ah!… Grandi menti, e i più piccoli sospetti le impauriscono!… Perché?” -
Decisamente quel pomeriggio era stato rivelatore in maniera particolare.
A chilometri di distanza, l’Ispettore e la giornalista si erano improvvisati complici per entrare a casa sua!… E la Fondazione aveva chiaramente paura.
Adam pensò che era il caso di uscire un po’… Girovagare per le strade della città, aspettando il sopraggiungere della sera, avrebbe contribuito a farlo rilassare.


Il lungo sentiero scavato nella roccia era umido e freddo… Era largo appena da permettere il passaggio di una persona, percui Jordan e Diane erano costretti ad avanzare una dietro l’altro… La torcia che Jordan teneva in mano illuminava scarsamente il luogo… e intorno a loro si sentivano i rumori degli animali notturni che evidentemente avevano trovato rifugio nel passaggio.
Lo squittire di un topo fece sobbalzare i due… ma non li fece desistere.
Tutto intorno a loro sembrava oscuro… la roccia trasudava… Jordan appoggiò una tremante mano ad una parete… Era come… come una bava… solo un po’ più densa, appiccicosa.
- Che schifo! – esclamò Jordan facendo una smorfia di disappunto. – Ma cosa diavolo sarebbe questa roba? -
- In teoria dovrebbe essere… umore… liquido, di lumache… o d’un animale simile… di fatto… non ne ho la minima idea… per quel che ne sappiamo, potrebbe essere uno dei tanti trucchi usati dal Professore per far credere ai suoi neo-veggenti… chissà che diavolerie!… Comincio a pensare che le ricerche di Adam Aryen non siano… come dire?… propriamente pulite… Ci sono delle notevoli lacune, a quanto vedo… nel suo operato!… Vedi che avevo ragione!… - continuò rivolta a Jordan - …quel dannato Professore… sta imbrogliando tutti coloro che credono in lui… Sicuramente fa parte di una “ Setta Satanica ”… e usa gli adepti per assassinare la gente… -
- Davvero?!… E come lo proviamo? … Dicendo in giro che siamo entrati in casa sua senza un mandato?… e che abbiamo scoperto un passaggio all’interno del camino?… di cui il Professore potrebbe persino ignorare l’esistenza… E se anche così non fosse… potrebbe dichiarare di non esserci mai entrato, qui dentro… - Jordan era sempre più furioso, anche se non capiva il perché. - Tu, Diane… fai le cose troppo facili… ma quello che abbiamo fra le mani… è solo un pugno di mosche… morte, per di più!… - concluse amaro. La sua voce si era ridotta ad un sussurro.
- Ma che dici? … Basterà seguire il sentiero per vedere dove porta… mettere degli agenti all’uscita e far sorvegliare la casa, nonché il Professore… e aspettare che faccia le sue mosse…-
- Quali mosse?… Se si serve degli adepti, come pensi… lui non si muoverà mai… -
- Ma qualcuno entrerà in questo posto per portarci le vittime… -
- E se non le portassero qui?… Se fossero solo le nostre fantasie a dare vita a degli avvenimenti… che nella realtà non accadranno mai?… Oh Diane!… Torniamo indietro… Lasciamo perdere. -
- Non vuoi vedere dove porta il passaggio?… Domattina vorresti trovarti a rimuginare sulla tua paura di andare avanti?… Potremmo trovare la sorella del tuo amico ancora viva… e riportarla a casa… Vedo che a questo non ci avevi pensato. -
Effettivamente Jordan a quel particolare non aveva pensato… Se Arianne fosse stata prigioniera di un pazzo… e quel pazzo omicida fosse stato Adam Aryen… avrebbero potuto trovarla e riportarla a casa da Immanuel.
Se!… Se!… Se!… Quanti se nella mente di Jordan!… Però, sebbene minima, quella possibilità c’era davvero.
Con riluttanza Jordan continuò a seguire il sentiero. Sembrava allungarsi all’infinito.
Ogni tanto sentivano volare dei pipistrelli sopra le loro teste… Jordan e Diane non si domandarono nemmeno dove fosse il loro nido… Solo una volta, durante quella silenziosa escursione, avevano alzato la torcia sopra le loro teste per vedere quanto fosse alto il passaggio… Oh, non era molto alto… circa due metri, forse due e mezzo… ma… avevano visto il vasto tappeto nero di pipistrelli che ospitava… Era talmente fitto che non permetteva di scorgere neanche un angolo libero di roccia.
Camminavano da almeno due ore in quel monotono e buio percorso. Entrambi erano silenziosi e guardinghi… perché si aspettavano chissà quale sorpresa… Finché giunsero ad un piccolo spiazzale… davanti a loro due diversi sentieri… uno a destra, l’altro a sinistra…
- E ora dove andiamo? – chiese Diane.
- A destra! – rispose Jordan sicuro – Mi sembra di vedere dei bagliori in quella direzione… Male che vada, torniamo indietro… e prendiamo l’altro sentiero… -
- Ok! -
S’incamminarono con il cuore in tumulto in quella direzione… sperando magari di aver scelto quella giusta e di farla finita con tutto quel mistero.
Questo sentiero era più caldo… La pietra scottava… e piccoli rivoli di sudore imperlavano le fronti dei due complici.
La curiosità!… Quanto è affilata la sua lama… da una parte dice: Vieni, ti mostrerò ciò che non conosci… dall’altra: Ti punisco, perché hai voluto indagare troppo su una cosa che non ti riguardava.
Il calore si faceva più intenso!
Infine giunsero ad una grande grotta scavata nella roccia… troppo perfetta per essere stata formata, nei secoli, dall’opera della natura soltanto… Sicuramente era stato il lavoro dell’uomo ad averla modellata.
Sulle pareti rocciose erano appese delle torce… spente in quel momento… Lo spiazzale era enorme… poteva ospitare almeno duecento individui, se non di più… Alla loro destra… scorsero un altare di pietra… Si avvicinarono cautamente a quell’ara, spinti da una forza sconosciuta… Ai quattro lati erano fissate delle grosse catene, che erano posate sulla pietra a formare una X , al centro della quale erano tenute da un grosso anello di onice nero… La superficie dell’altare era sporca di sangue coagulato.
Nella parete dietro l’altare, Jordan e Diane videro una scritta… Con mano tremante Jordan alzò la torcia per riuscire a decifrare quell’idioma.
- Sembra latino!… O forse, spero che lo sia. – disse Diane.
- Ah, sì!… E sapresti leggerlo? -
- Certamente! -
- Allora, cosa stai aspettando?… Che si faccia giorno? – s’irritò il ragazzo.
- Calmati!… Ora ci provo… se effettivamente è latino… sarà facile capire… altrimenti, dovrei trascriverlo e inserire il testo nel computer… per farglielo decifrare… Alza la torcia… -
Jordan obbedì. Si rendeva conto di apparire isterico agli occhi di Diane… ma quel luogo lo rendeva nervoso.
Alzò il braccio per far luce sulla scritta… e solo allora si accorse che ai suoi lati c’erano due grosse torce… si avvicinò a una di esse e la accese… poi ripeté il gesto per l’altra.
- Ottimo! – esclamò la ragazza avvicinandosi anch’essa alla parete.
- “Preparate al Massacro… quelle piccole ed insulse anime di “Dio”… Il mio regno sta risorgendo… conquisterò la terra… e riempirò il mondo di rovine… Io insorgerò contro di loro… sterminerò il nome di “Dio”… la Prole… e la Stirpe… Io ridurrò la terra a dominio dei miei Re… Ricca di Lussuria… e di Morte… La sbatterò finché la puttana non chiederà pietà… La scoperò con la scopa della distruzione… e attrarrò le genti… con la Luce del Male… verso il mio… Regno di Tenebre! …” -
- Cos’è ? Un Rito Satanico? – chiese Jordan.
- Non credo!… Mi sembra una specie di Profezia… Non mi sorprenderebbe scoprire che in questa grotta si celebrino Messe Nere!… Sei ancora convinto che Adam Aryen non sappia nulla della sua esistenza? -
- Ci sono prove reali che sia così?… Hai trovato qualcosa che appartenga al Professore?… Ci sono solo supposizioni… Le nostre!… Cos’ha la nostra parola in più della sua?… Finora egli è un cittadino libero, al disopra di ogni sospetto… Senza prove valide… noi non possiamo indiziarlo…-
- Cerchiamole!… Torniamo indietro e seguiamo l’altro sentiero… vediamo dove porta… potremmo trovare dell’altro… -
- Cercare è umano… Perseverare è diabolico!… e tu sei diabolica, Diane!… Facciamo come vuoi tu… ma sta sicura che non troveremo nulla di ciò che cerchiamo.
Jordan si voltò senza aggiungere altro e si avviò verso l’uscita per tornare sui suoi passi.

Giunti allo spiazzale, si volsero verso l’altro sentiero.
Camminarono per quella che sembrò un’eternità… sulle loro teste udivano i rumori della città in superficie… Dove stavano andando?… Dove portava quel cunicolo?
Di fatto non lo sapevano… Alla fine, stanchi, videro l’uscita.
Entusiasti la varcarono e… “Place de la Bastille” si stagliò di fronte a loro… La Bastille mostrava il fianco... Illuminata dalle luci artificiali, appariva sfavillante.
Ma come diavolo avevano fatto, loro, ad arrivare dall’altra parte della città?
Possibile che la dimora del Professore fosse collegata con Place de la Bastille?… Se erano giunti lì… beh, era possibile!
Di fatto non c’erano prove per accusare nessuno… Poteva, l’assassino, conoscere quel passaggio… qualunque vagabondo della città poteva aver trovato quel sentiero… la grotta… e perché no… poteva intrufolarsi nell’abitazione di Adam a sua insaputa… sfruttando il fatto che egli non amava avere ospiti… e che viveva in totale solitudine, scontroso con tutti… E se… se l’assassino fosse stato qualcuno che ce l’aveva col Professore da tanto tempo… ed intendeva rovinarlo?… Era una possibilità.
A causa dei suoi molti viaggi… la casa era spesso vuota, e come loro… anche altri potevano averla esplorata… e magari, a causa del suo successo, Adam poteva avere dei potenti nemici…
Tutto è facile, quando vuoi colpire qualcuno che non si aspetta il tuo attacco!
Questi furono i pensieri di Jordan quando si trovò dall’altra parte della città… fuoriuscito da un sentiero che non era per nulla nascosto… e che poteva essere conosciuto da mezza Parigi!
Anche le parole di Immanuel, adesso, assumevano un colore diverso.
E se anche Immanuel fosse stato a conoscenza del passaggio che collegava Place de la Bastille con la casa di Adam in Avenue Kleber?
 
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Gackt - Camui
view post Posted on 20/10/2009, 18:42




CAPITOLO XVI: UN’ALTRA VITTIMA





La Senna placida e tranquilla portava nel suo ventre un’altra testimonianza della presenza dell’assassino di Parigi.
Benoìt Arçon, il patologo legale… galleggiava, come altri prima di lui, sul silente fiume che attraversava la città.
Il Dipartimento avvertì immediatamente Jordan del rinvenimento… Per via dello stato in cui il corpo versava, lo avevano associato agli altri cadaveri che facevano capo al caso seguito dall’Ispettore Malin.
- Arrivo subito! – rispose un assonnato Jordan. Aveva passato la notte in bianco… e il suo umore non era dei migliori…
Dopo essere rimasti a guardare “Place de la Bastille” per più di un quarto d’ora… lui e Diane avevano deciso di tornare indietro, rimettere tutto al suo posto… e svignarsela il più velocemente possibile!… La ragazza lo aveva invitato a passare il resto della notte da lei… ma lui aveva preferito tornarsene a casa.
Malgrado ciò non era riuscito a dormire. Ripensava alla casa di Adam… alla scritta sul muro… a Immanuel… Quest’ultimo pensiero era fissato nella sua mente come un chiodo.
Perché Immanuel non voleva che lui andasse a casa del Professore?… Possibile che sapesse del passaggio? Ora c’era un’altra vittima che galleggiava sulla Senna, ma Adam era in America… Vero che, se aveva ragione Diane… il professore avrebbe potuto servirsi di uno dei neo-veggenti, o adepti… o come diavolo li chiamavano… perché commettesse l’omicidio… Però lui e Diane avevano passato gran parte della notte dentro quel passaggio… nella grotta… nella casa.
Come aveva fatto l’assassino a sapere quando erano andati via?
Le domande senza risposta si stavano facendo troppe, intorno a questo caso.
Doveva andare da Immanuel, a dirgli tutto… O forse no?
Finì in fretta di vestirsi e uscì dall’appartamento. Sapeva già chi era la vittima. Tutti gli agenti del dipartimento si erano recati almeno una volta giù nell’obitorio legale, per parlare con lui… percui era stato identificato subito… Però il tenente gli aveva accennato di un’altra scomparsa abbastanza rilevante.
Di chi poteva trattarsi?

- Ispettore, la vittima è giù nell’obitorio!… E presenta le stesse ferite sul petto e sul collo delle altre collegate al caso che lei segue… Ah!… Dimenticavo di dirle che nel suo ufficio… ci sono i genitori della ragazza scomparsa… hanno detto che devono parlarle… Dicono che la figlia è uscita ieri mattina per recarsi all’Università… dove, a sentire gli amici della ragazza… non è mai arrivata… Le dico… che la cosa è di un certo rilievo… perché… mi è sembrato di averle sentito dire il nome della ragazza… dopo la scomparsa della sorella del suo amico… Si tratta di Juliette Duval… -
- Cooosa?!?… Juliette!… Juliette è scomparsa? – urlo Jordan. Il viso insonnolito di poco prima… apparve improvvisamente desto, e saturo di tutto l’orrore che quella notizia recava.
Il suo pensiero corse ad Immanuel!
- “Mon Dieu!… Spero che i genitori di Juliette non abbiano chiamato Immanuel!…” – si disse Jordan – “…Non voglio neanche immaginare la sua reazione… Come Diavolo glielo dico?” -
Con passo stanco si avviò verso il suo ufficio, dove avevano già fatto accomodare i genitori di Juliette. Cosa poteva dire loro per rassicurarli?… Jordan non ne aveva idea… si sentiva intrappolato in un incubo… e non riusciva a trovare l’uscita.
Cosa avevano da dirgli i signori Duval?
Il viavai degli agenti… i rumori dei computer… i telefoni a squillare… tutto passava nella sua mente come una pellicola decelerata… Con puro terrore si rese conto che non poteva attribuire quella scomparsa ad Adam Aryen… Aveva preso il volo delle otto, la mattina in cui la ragazza era scomparsa, per andare a New York… Non poteva avere avuto il tempo materiale di far sparire Juliette!… E se avesse avuto ragione Diane?
No!… Non avevano trovato tracce di Juliette nella grotta… L’avevano appena esplorata… di fatto, aveva passato la notte in bianco per questo.
- Sono l’Ispettore Malin!… Mi hanno detto che desideravate parlare con me… In cosa posso esservi utile? – disse Jordan, mentre stringeva le mani dei signori Duval in segno di saluto e si presentava loro.
- Volevamo incontrarla… - disse il signor Duval - …per informarla del fatto che… da qualche giorno… il fratello di Arianne si aggirava nei pressi di casa nostra… però… la notte scorsa non lo abbiamo visto… quasi che lui sapesse… che la nostra Juliette non si trovava in casa… Ci è sembrato strano che il ragazzo… venisse a passeggiare dalle nostre parti… Boulevard Beaumarchais è parecchio distante da casa sua… Cerchi di capirci, Ispettore… noi non sospettiamo affatto che Immanuel… abbia a che fare con la scomparsa di Juliette… Ma, ultimamente, la signora Mistral… diceva a nostra figlia… quando lei andava a trovare Arianne… che il ragazzo… di questi tempi era un po’… strano… -
- Avete informato i signori Mistral della scomparsa di Juliette? – chiese Jordan preoccupato.
- No!… Che domanda!… Pensa forse che la scomparsa di nostra figlia… sia argomento di salotto?… Semplicemente ci è sembrato strano… che il ragazzo… si aggirasse dalle nostre parti senza alcun apparente motivo… - rispose l’uomo un po’ alterato.
- Capisco!… Non volevo farla arrabbiare… Ma dopo la scomparsa di Arianne… casa Mistral si trova in uno stato di totale depressione… e la scomparsa di Juliette… potrebbe alimentare ulteriormente questo stato di cose… tutto qui! -
- Mi trovo d’accordo con lei, Ispettore… non mi sarei mai permesso di informare… la famiglia Mistral dell’accaduto… senza prima esserne sicuro… E comunque… non penso che dipenda da loro… -
- Bene!… Cercheremo Juliette… anche se… date le circostanze, non posso garantirle che la troveremo al più presto… Probabilmente, Juliette voleva stare da sola per un po’… sa come sono le ragazze… amano la moda… Sparire sta diventando una… macabra moda, purtroppo… Speriamo che sia questo il motivo della scomparsa di sua figlia… -
- Anche se credevo che mia figlia fosse più responsabile… penso proprio… di star sperando che sia così!… Preferirei scoprirla un po’ irresponsabile… piuttosto che… -
- Già!… - si affrettò a chiudere il discorso Jordan.
Non sapeva cosa dire… Voleva credere che Adam Aryen fosse il mostro che cercava… ma la scomparsa di Juliette… questa era una cosa che non capiva… E come faceva a dirlo ad Immanuel? I genitori di Juliette non sapevano della relazione che c’era stata, tra la loro figlia ed Immanuel… quindi non potevano capire cosa spingesse il ragazzo a passeggiare vicino casa loro… Jordan, invece, capiva… capiva anche troppo bene!… Però, per quale motivo la notte precedente Immanuel non era andato a passeggiare da quelle parti?… E da quanto tempo gli era presa la mania di recarsi in Boulevard Beaumarchais a passeggiare?

Il pallido sole di quella mattina di metà Aprile filtrava attraverso le fessure della finestra e baciava dolcemente la guancia di Diane… La ragazza dormiva ancora!… Le braccia nude erano adagiate sul copriletto di lino rosso… le palpebre dalle lunghe ciglia nere davano al suo viso un’aria di mistero… di fascino… Le labbra rosse erano socchiuse… umide… morbide.
La penombra della stanza permetteva appena di vedere le ombre e i contorni dei mobili.
Improvvisamente il telefono iniziò a squillare… Lentamente Diane protese il braccio per prendere la cornetta.
- Hello?! – disse Diane con voce impastata di sonno.
- Diane!… Buongiorno!… Sono io… ti ho disturbata? – chiese l’uomo.
- No, Direttore… Ci sono novità?… E’ per questo che mi ha chiamato… vero? -
- E’ stato ritrovato il patologo legale… Morto!… Ma non ti ho chiamato per dirti di occuparti dell’articolo… ho già detto a Louis di occuparsene lui… -
- Louis?!… Louis Magnien?... Ma!?... Aveva detto che se fossi riuscita a restare obiettiva… non mi avrebbe tolto questo incarico… Perché?… Ho seguito i suoi consigli… ho parlato all’Ispettore Malin… e… - inveì Diane.
Era furiosa!… In cosa aveva sbagliato questa volta?
- Non ti preoccupare… Uno scoop eventuale sarà tuo… Solo che questo articolo è quasi… retorica!… Sai bene anche tu che il ritrovamento di una vittima, che si avvicina ad altri accostabili ad uno stesso caso… non fa altro che richiedere che vengano scritte le stesse parole… che si riformulino le stesse domande… Non voglio vederti sprecare tempo…Quando ci sarà qualcosa di concreto da divulgare… sarai tu a scrivere l’articolo!… Ti ho chiamata infatti per tenerti informata sugli sviluppi… e per parlarti sinceramente di quello che per me non va…-
- Bien sùr!… Mi dica! – lo sollecitò Diane, rabbonita un po’ dal discorso che l’uomo le aveva fatto.
- …E’ scomparsa un’altra ragazza… Si chiama Juliette Duval… e i nostri informatori sostengono… che la Duval sia grande amica di Arianne Mistral… Fino ad ora…se questa scomparsa rientrasse nello stesso caso… sarebbe la terza… -
- No, Direttore… Sarebbe la settima… - obiettò Diane.
- …Sarebbe la settima vittima deceduta… se tra qualche giorno venisse rinvenuta come tale… Ma io non volevo dire questo. La signorina Duval, insieme con l’introvabile signorina Mistral… e con Maurice Ivry, l’unica vittima accertata del pazzo, tra queste tre… - considerando che non possiamo essere sicuri che le altre due siano nelle mani dell’invisibile assassino di Parigi - …sono i soli ad essere tanto giovani… Un curioso particolare di cui pensavo ti fossi accorta… Ultimamente a Parigi… spariscono persone dai trent’anni in su… -
- Curioso davvero!… Però!… Devo dire che fino a questo momento… non ci avevo pensato… se lei non me lo avesse fatto notare… chissà per quanto tempo ancora mi sarebbe sfuggito… -
- …Poco male!… Comunque… Ho sentito dire che è stata avanzata l’ipotesi… che sia una Setta Satanica a commettere gli omicidi… Quindi, per dare una mano alla giustizia… mi sono documentato un po’!… Secondo il mio computer… questi adoratori del “Male”… per compiere i loro sacrifici… scelgono vergini o bambini… Ma a parte lo studente, che era al di sotto dei vent’anni… e le due signorine di cui abbiamo parlato poc’anzi… che hanno superato i vent’anni da poco… tutti gli altri, tra i defunti e gli scomparsi… hanno dai trent’anni in su… Ora, due sono le possibilità… o le Sette Sataniche hanno cambiato improvvisamente le loro regole… oppure non si tratta di questo genere di organizzazione… -
- Io non so… - disse attonita Diane - …Ma lei, come ha fatto ad ottenere queste informazioni?… Le indagini sono “Top Secret”… quindi non capisco come… -
- …Non è importante sapere… come le ho ottenute… Un buon giornalista, Diane… non rivela mai la sua fonte… Blaise non te lo ha insegnato?… Ad ogni modo… questa teoria avanzata dall’ Ispettore… e sostenuta da te… non ha basi che ci spingano a ritenerla valida… Di una cosa devo darti atto… Avevi ragione: Malin brancola nel buio… e sta cercando disperatamente una via d’uscita… Quello che volevo sapere da te… beh!… Una persona razionale… quale sei tu… - o almeno, come credevo che tu fossi, fino ad oggi - …come può aver sostenuto una simile teoria? -
- Credo di essermi lasciata alle spalle il raziocinio… Io non posso ancora spiegarle cosa intendo dire… ma… Dietro a questi omicidi c’è… qualcosa di orribile… di assolutamente fuori dalla normalità, a cui siamo abituati, che conosciamo… Devo dire che l’Ispettore è meno idiota di quel che pensavo…e… beh, diciamo che insieme, stiamo seguendo una pista… ma prima di pronunciare inutili accuse… dobbiamo avere le prove… Percui, per adesso non mi chieda nulla, Direttore… -
- Non lo farò, Diane!… Ma mi permetto di invitarti a non dimenticare ciò che ti ho detto… La Setta Satanica… è una carta azzardata! Nel ventunesimo secolo queste superstizioni sono superate… la gente non ci crederà… Ricordati di starne fuori il più possibile… e se ti accorgi che l’Ispettore sta affondando… Batti la ritirata!… -
- Non ne dubiti, Direttore!… Ho grandi ambizioni… non voglio che la mia carriera finisca nel nulla per una bazzecola… So badare a me stessa. - -
- Bene!… Penso che questa nuova scomparsa dovrebbe aiutare l’Ispettore nelle sue indagini… Dovresti farti dire di più sulla ragazza… -
- Crede che ora… l’Ispettore abbia motivo di dirmi di più?… Non ne sono convinta… ma ci proverò. -
- Ora ti lascio… devo occuparmi del giornale… prenditi pure la giornata libera… per fare le tue ricerche… Ma… che non diventi un’abitudine, ok? -
- Ok! -

Diane si sentiva confusa.
Come faceva il Direttore a sapere che lei e Jordan avevano pensato alla possibilità che l’artefice dei delitti fosse una Setta Satanica?
Diane e Jordan avevano parlato da poco di questa ipotesi… Per la precisione… questo discorso lo avevano affrontato solo durante il pomeriggio e la notte precedenti… E già alle dieci del mattino il Direttore lo sapeva?
- “Strano!” – pensò Diane – “Impossibile che Jordan gli abbia detto qualcosa… E io… non ne ho parlato con nessuno…” – Scosse leggermente la testa.
In tutta quella storia c’era senz’altro qualcosa di strano… troppe coincidenze… troppe fughe di notizie… troppo di tutto!
Approfittando della giornata libera che il Direttore la aveva lasciato… Diane pensò che sarebbe andata a trovare Jordan, e gli avrebbe riferito della telefonata che il suo capo le aveva fatto quella mattina. Nel frattempo, però… decise di poltrire ancora un po’… attirata dal calore che ancora persisteva nel suo letto.
E si riaccoccolò sotto le calde coperte.
- “Come fa il Direttore…” – si chiese Diane, aspettando che il sonno tornasse - “…ad escludere la possibilità… che una Setta Satanica possa essere la causa di tutto?… Vero che credere a queste assurdità, in questa nostra era… è da sciocchi… o quasi… Ma escluderne la probabilità mi sembra eccessivo!… Comunque, la domanda resta… Come Diavolo fa il Direttore a sapere di questa nostra ipotesi?… E se lui sapesse qualcosa, riguardo a questo caso, che io e Jordan ignoriamo?… Ci sono! Vuole che seguiamo un’altra pista… forse perché lui è implicato in qualche modo… Rieccomi con i miei sogni ad occhi aperti… Sto accusando il mio capo di complicità… in un caso di omicidio… Senza prove… Quella casa ha un potere di suggestione… fuori dal comune… E io sto perdendo la mia obiettività… Bella giornalista davvero!… Sarà meglio che mi faccia una dormita… sto divagando troppo… Non è da me questa incertezza… No davvero!” -
 
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Gackt - Camui
view post Posted on 14/3/2010, 17:57




CAPITOLO XVII: DEVIAZIONI



Erano passati solo dieci minuti dalla telefonata che Jordan aveva rivolta ad Immanuel, chiedendogli di raggiungerlo al Dipartimento… Dieci minuti… e già Immanuel entrava con passo deciso nell’ufficio dell’amico.
- Ho fatto prima che ho potuto… - disse Immanuel, calmo - …Spero di poter avere maggiori informazioni, stavolta!… Vogliamo scendere nell’obitorio, Jordan? -
- Immanuel… - cominciò l’Ispettore invitando l’amico a sedersi. I suoi gesti erano stranamente lenti e la voce carica di rammarico – Non c’è alcuna fretta… Tanto il cadavere non se ne va… - accennò un debole sorriso che Immanuel notò subito essere falso.
– Lo so che non può muoversi… - ribatté - ma… se non mi sbrigo… perderò gran parte delle immagini che può fornirmi!… Jordan!… - esclamò infine il ragazzo - …Devi dirmi qualcosa?… Ci sono nuovi sviluppi che io ignoro?… Ho capito!… E’ scomparso qualcun altro… Vero? –
- Per favore, ragazzo… siediti!… - sbottò Jordan – Altrimenti non riuscirò a trovare il coraggio per dirtelo… -
- Dirmi cosa? -
- Siediti! – urlò Jordan. Si pentì subito di quello scatto d’ira… Immanuel non c’entrava col suo stato d’animo. – Scusa… Non volevo assalirti così, Immanuel… Stamattina è stata denunciata la scomparsa di un’altra persona … - riprese più calmo.
- E io la conosco bene… Vero? -

- Sì!… Si tratta di una tua conoscenza… E’ uscita di casa ieri mattina alle otto… e nessuno l’ha più vista… Immanuel … è… Juliette! -
- Jul… Julie… Juliette?!?… Non è possibile!… Mi stai prendendo in giro? -
- No!… Non ti sto prendendo in giro… purtroppo… I suoi genitori hanno lasciato il mio ufficio da poco… Io… -
La voce di Jordan mostrava tutta la desolazione che la notizia recava. Pur volendo sollevare il morale dell’amico, non sapeva davvero cosa dire.
- Come avrà fatto a trovarla? – chiese Immanuel.
- Che vuoi dire?… Non capisco… -
- Quello che hai sentito!… - rispose spazientito il veggente - Come ha trovato Juliette?… Non che la cosa abbia molta importanza… Ormai nulla ha più importanza… Ciò che doveva essere fatto… -
- Ma di che “Diavolo” stai parlando?… Ragazzo… sei forse impazzito?… Vuoi spiegarmi che ti è preso?… Capisco che la notizia ti abbia sconvolto… ma… se vuoi aiutare Juliette devi restare calmo!… Ora sarà meglio scendere giù all’obitorio… il lavoro ci aiuterà a non lasciarci andare…-
- Non riuscirò a trovare Juliette… esattamente come non riesco a trovare Arianne!… Ciò nonostante, hai ragione… sarà meglio mettersi a lavoro. -
Jordan lo guardò allibito. Le ultime parole dette da Immanuel erano state così fredde… così… Sì! Sembravano quasi una sentenza.
Ma che stava accadendo?

- “La grotta è illuminata… tutte le torce sono accese… ai quattro lati dell’altare ci sono altrettanti ceri neri… sulla pietra c’è una ragazza legata, completamente nuda… si dibatte per sfuggire alla morte… ma le catene resistono.
Adam presiede la congrega… ed insieme a lui… Diane vede l’amico di Jordan… Sì!… Immanuel è accanto ad Adam… sorride… sorridono insieme della sofferenza di quella povera ragazza… Dopo aver detto alla ragazza la ragione percui si trova lì… i due si guardano in faccia… sorridono ancora… ed infine… con voce forte e chiara… iniziano il rito…


_ Cerchio di Fuoco!… Battesimo di Sangue!… Il Settimo Agnello è stato sgozzato… Il Libro della Vita mi si apre davanti… e vedo città allagate dal sangue… Uomini che vendono i loro simili per niente… Madri che sgozzano i propri figli e ne bevono il sangue ancora caldo… per puro divertimento… La Terra ci appartiene… Siamo i padroni di tutto… E’ arrivato il tempo di popolare il mondo con la Bellezza e la Supremazia del Male… dominarlo con il Terrore… _

Fra le mani hanno il pugnale sacrificale… e con la lama fredda e lucente accarezzano il ventre della ragazza…” –

- Nooooo!… Fermi!… - Diane si svegliò urlando.
La fronte era madida di sudore… le mani stringevano il morbido copriletto di lino rosso… la stretta di quelle eleganti mani era tanto forte… da far sbiancare le nocche.
Diane aveva sognato!… Ma che sogno era stato?… Non potevano due sacerdoti celebrare contemporaneamente lo stesso rito… Allora perché, nel suo incubo, lei aveva visto Adam e Immanuel insieme?

- “Ma come Diavolo mi è venuta questa mania per le Sette Sataniche?” – si domandò Diane – “Io sono sempre stata un tipo razionale… Non ho mai creduto neanche a Babbo Natale e alla Befana… e ora mi metto a credere al “Diavolo” e alle sue varie congreghe… Devo essermi rincretinita… Non ha senso dar loro la caccia… Dovrei dire al Direttore che mi ritiro… di affidare a qualcun altro il compito di seguire questo caso… Non mi sento più tanto obiettiva… E’ tutta colpa di Blaise… con tutti quei discorsi sui veggenti mi ha sicuramente influenzata… e ora non so più in cosa credere… ora ci si mettono anche i sogni a sconvolgermi la vita… Mi sento intrappolata in un incubo senza fine… Quanto sono idiota… ero a Hollywood… inviata dal giornale per preparare il mio articolo sui divi Americani… con l’albergo pagato… e tutto quello che desideravo a portata di mano… con la mia vita piena e varia… e sono tornata a Parigi, appena ho sentito che Blaise stava cercando di ottenere l’impossibile intervista… Perché?… Per quale motivo il nome di quel dannato Professore mi ha fatto tornare a casa?… Ero tranquilla… mi divertivo mentre lavoravo… e ora… Devo essere matta!…” -
Diane sbuffò, poi scostò le coperte e si alzò dal letto… tirò le tende per far entrare un po’ di luce nella camera e andò a farsi una doccia.
Non riusciva ancora a dare un senso all’incubo che l’aveva svegliata… Perché certe cose accadevano proprio a lei?

- “Adesso non si può più evitare che gli eventi precipitino… Ho tanto atteso e temuto questo momento… ma ora… sono contento che tutto debba presto giungere al termine…” -

Immanuel era tornato a casa dopo aver visto il corpo inerte del patologo legale. La notizia della scomparsa di Juliette lo aveva lasciato vuoto…non sentiva niente… nessuna emozione.
Ora se ne stava davanti alla finestra della sua camera, con lo sguardo fisso sulla strada… come se aspettasse la visita di qualcuno.
Un turbinio di pensieri affollava la sua mente.
- “Quando avrò trovato Arianne… questa storia conoscerà finalmente il suo epilogo… Povero Jordan… ancora non ha capito cosa sta succedendo… Ma io non posso dirgli quanto sia importante la sua presenza in tutto ciò… Se Jordan sapesse che l’ho quasi indotto di proposito ad entrare in casa Aryen… non ne sarebbe felice… Dovevo agire così… io non posso entrare in quella casa… Non ancora!… Se gli avessi spiegato tutto… mi avrebbe detto di no… ne sono certo… Invece, con la giornalista non ha avuto problemi… La ragazza ha un forte ascendente su di lui… Ora il sigillo è stato spezzato… senza che io muovessi un dito!… Devo attendere la prossima mossa del Professore… Non ho più dubbi sulla sua identità… Arianne deve essere nelle sue mani… è certamente nelle sue mani!… Troverò il modo per forare la sua dannata barriera psichica… e trovare così Arianne!… Ora mi sento meglio… e le mie facoltà stanno aumentando di potenza!… Presto ci troveremo di fronte, Professore… voglio proprio vedere come farai ad ostacolarmi… Non servirà a nulla aver addormentato la coscienza di Arianne… io riuscirò a svegliarla!” -

Il freddo della mattina era pungente. Malgrado ciò, Adam decise di recarsi a piedi al suo appuntamento con i membri della Fondazione di Parapsicologia… amava sentire il vento sferzargli il viso… tutto dell’Inverno gli piaceva: la neve… il freddo… le giornate corte e le lunghe notti… L’Inverno era la stagione che rispecchiava bene il suo stato d’animo… almeno quello degli ultimi tre anni.
La sua vita non era stata facile, però nel passato l’aveva sempre affrontata con decisione e coraggio… anche se era stata una casuale ridda di eventi… Ora era tutto pianificato… ogni suo passo verteva verso un unico scopo.
Se Anne non avesse fatto il suo nome davanti alle telecamere… adesso non si sarebbe trovato in quell’inutile pasticcio… e forse lei sarebbe ancora viva… Forse!
- “Non serve a niente recriminare… E’ ormai successo!” – si disse Adam affrettando il passo. – “Adesso mi piacerebbe vedere la faccia dell’Ispettore… Se soltanto imparasse a fare le domande giuste… alle persone giuste… avrebbe già risolto il caso!… Invece lui che fa?… Va a caccia di fantasmi… quando dovrebbe guardarsi intorno… Non posso biasimarlo… ancora non ha imparato a vedere con la mente… e non ha capito qual è il suo ruolo in questa storia… né quanto sia importante… Ci vuole pazienza con gli uomini… sono così lenti a capire… Anche i miei amici Americani sono lenti… Non si rendono conto!… Non hanno ancora capito chi è la persona con la quale stanno trattando… Come potrebbero anche solo intuire la verità?… Quando gli uomini apriranno gli occhi… sarà tutto finito… e loro si ritroveranno a chiedersi se ciò di cui sono stati testimoni… è realmente accaduto… La storia si ripete… e come in quel lontano tempo… tutto si svolgerà in fretta… ma, stavolta, senza testimoni…” -
Scosse la testa lentamente, cercando di cacciare quei pensieri; sapeva che erano giusti… ma non voleva ascoltarli in quel momento… non doveva… Quelli erano pensieri da liberare al suo ritorno a Parigi… ora, doveva solo pensare alla riunione… doveva prepararsi ad affrontare il problema che gli aveva richiesto quel viaggio.
Ormai era davanti al portone di vetro del grattacielo che apparteneva alla Fondazione… Si lasciò sfuggire un lungo sospiro, poi entrò nell’edificio.
Si avviò verso il portiere. L’uomo lo guardava incuriosito e perplesso… Oh, sì!… Sapeva chi era… I professori gli avevano detto che stavano aspettando un giovane collega… che doveva partecipare alla riunione… percui, senza dar tempo ad Adam di dire niente… gli indicò gli ascensori e il piano al quale doveva fermarsi.
- Grazie! – disse Adam.
- “Come faranno a vivere in simili case?” – si chiese Adam, mentre l’ascensore lo portava fino all’ultimo piano. – “Sembrano grosse scatole… Quanto valgono due stanzette al piano terra… non vale un appartamento enorme in uno dei piani di questo grattacielo… Gli uomini non sanno più vivere bene, come facevano una volta… Se poi sperano che in questo modo riusciranno ad innalzarsi fino al cielo… per eguagliare “Dio”… poverini… possibile che non capiscano che è inutile?… Presto tutto questo finirà… e nessuno potrà fare niente per fermare il corso degli eventi…” -
Le porte dell’ascensore si aprirono e Adam assunse la sua abituale espressione di freddezza.
Col suo passo sicuro, varcò l’ingresso della sala riunioni… si presentò ai presenti… poi si sedette sulla poltrona a capotavola, che gli era stata indicata… incrociò elegantemente le gambe… e aspettò che i suoi colleghi gli comunicassero il motivo di quella riunione.
Sul suo viso aleggiava un sorriso… Sembrava davvero che non temesse nulla.
 
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Gackt - Camui
view post Posted on 14/3/2010, 18:13




CAPITOLO XVIII: STRANA FREDDEZZA




- “Mi presento a te, Lamia… col cuore puro e la mente vuota… Ti racconterò come ho vissuto in questi lunghi anni… Amerai la mia dolce e silenziosa sofferenza… Mi accoglierai con la devozione che merito e che il tuo “Signore” nel cuore ti ha instillato durante i secoli… E tu, Lamia… mi crederai!… Capirai che è giunto il tempo di decidere da che parte stare… Cosa sceglierai?… Il “Bene”… per riscattare i tuoi peccati?… Il “Male”… per continuare la tua strada?… Sappi però… che la luce candida del Bene… prima che tu sia accolta nell’esercito di “Angeli Bianchi”… dovrà mondarti l’anima… e dovrai promettere di cambiare vita… La luce folgorante del Male ti accetterà come sei… senza cambiare le tue abitudini… Potrai continuare a nutrirti del sangue dei bambini… godendo del piacere che ti ha sempre dato questo cibo… Lamia, piangi!… E’ giunto il tempo di dirmi che vuoi fare!… Ascolterò i tuoi pensieri, Lamia… e poi ti rivelerò con chi hai l’onore di parlare… Pondera bene ciò che hai da dire… Scopri se sono il Bene… oppure il Male!… E dunque rispondimi!… Non puoi barare!… Io ti leggo dentro!… Deciditi, e poi parla… Se sarai dalla mia parte… continueremo insieme il cammino… se avrai deciso altrimenti… dovremmo scontrarci… che tu abbia scelto il Bene… o il Male!… Io ti ho consegnato il messaggio… Ora, dammi la tua risposta! “

Il bianco padiglione è illuminato a giorno dalla luce delle miriadi di candele nere che lo adornano.
Adam e Immanuel sono all’interno dell’ambiente. I loro sguardi fissano le acque calme del lago “Daumesnil”… Il Bois de Vincennes sembra il luogo adatto per intonare quella strana litania… Le grotte sottostanti somigliano a due grossi antri per l’Inferno.
Adam e Immanuel sembrano a loro agio in quell’ambiente tetro… Jordan è in una barca che si dirige da sola verso l’ingesso delle grotte… sta guardando i due che tranquillamente lo osservano… quasi aspettassero il suo arrivo con impazienza… sono impassibili… Soltanto a guardarli Jordan trema… nei loro sguardi c’è una freddezza che Jordan non avrebbe mai sospettato in Immanuel…” –

Jordan si svegliò in un bagno di sudore.
- “Ma cos’è questa? La settimana degli incubi?” – pensò Jordan – “Capisco che Adam sia un facile oggetto da incubo… ma… Immanuel, come cavolo c’è entrato?… Forse… Sì!…
Deve essere stato perché Diane mi ha raccontato del suo incubo!… E ora anch’io immagino Immanuel come un mostro… Certo, la reazione di Immanuel di fronte alla scomparsa di Juliette… è stata strana… fredda direi… però… Oh! Che disastro!… Questo caso sta diventando una burla… un’ossessione… e io mi ci sto perdendo dentro… Cazzo!… Cazzo!Cazzo!… Possibile che dopo sei vittime… Immanuel non riesca ancora ad avvertire niente?… Tutto questo è molto strano… solitamente basta una vittima, al massimo due… e ci consegna l’assassino su un piatto d’argento…Ora, invece… sei… sei cadaveri… e siamo ancora in alto mare!… Forse un po’ della colpa è mia… ho riposto tutte le mie speranze nelle visioni di Immanuel e mi sono intestardito nel perseguitare Adam Aryen… tralasciando tutto il resto delle indagini che di solito la procedura esige… Ma credevo… Oh, che importa quel che credevo… Mi sto lasciando suggestionare da una casa… e dall’antipatia che provo per il Professore… il quale, potrebbe sì essere implicato nel caso… ma certo non posso accusarlo… sebbene abbia visto la sua strana casa… nella quale sono entrato, tra l’altro, senza un mandato… e mi gioco il posto se si viene a sapere che ho agito abusando della mia autorità… portandomi dietro una giornalista!… Perché tutto questo mi fa pensare… che non sono io a muovermi come vorrei… ma… che qualcuno stia dirigendo le mie azioni?… Devo dire ad Immanuel cosa ho fatto… e cosa ho trovato nella casa del Professore!… Sono certo che si arrabbierà… ma almeno mi dirà come a questo punto sia meglio agire… Inoltre… gli chiederò… come mai è andato a passeggiare sotto le finestre di Juliette, nelle sere precedenti la scomparsa della ragazza… Posso cercare di immaginare il motivo… ma perché proprio adesso?…” -

Jordan guardò distrattamente la sveglia al quarzo che teneva sul comodino… erano le tre e venti.
Non poteva presentarsi da Immanuel a quell’ora, senza un valido motivo… Decise di accendere la radio per ascoltare un po’ di musica… sperando che almeno questa riuscisse a rilassarlo un po’.

Intanto, all’aeroporto di New York… Adam attende tranquillamente che venga annunciato il suo volo.
Ora che ha parlato con i suoi colleghi Americani… è impaziente di tornare a Parigi.
Ha rifiutato gentilmente la loro offerta di accompagnarlo all’aeroporto con l’auto della Fondazione. Quindi, adesso è solo, ed aspetta di poter ripartire… La sua mente ricorda l’incontro avuto coi colleghi la mattina. Sorride dei loro sospetti e della facilità con cui li ha convinti della sua innocenza.
- “Me ne hanno fatto perdere di tempo!” – pensò Adam – “Meno male che sono riuscito a sistemare tutto… Comunque, avevo bisogno di riposarmi un po’… Sapevo che l’artefice di questo viaggio era Charles… Povero Charles!… Proprio come Giuda… sei stato pronto a tradire pensando di far bene… Ma questa volta è diverso… Questa volta niente sacrificio… bisogna fare la guerra… scuoteremo le fondamenta della terra… la costringeremo a prendere posizione, stavolta… Gli uomini dovranno decidersi… non possono attingere da entrambe la forze divine senza pagare alcun tributo per ciò che prendono… Ora più che mai il mio posto è a Parigi… Non posso più lasciare incustodita la porta… Spero che anche il veggente del Dipartimento sia pronto… Questo scontro sarà decisivo!” -
Adam sorride… come se stesse aspettando quel momento ansiosamente.
Tutto stava nel capire a che cosa era dovuta quell’ansia… Al desiderio di porre fine al più presto allo scontro?… O al piacere di veder soffrire il suo antagonista?
Ora Adam sa che il suo avversario è Immanuel… e non è da escludere che anche il veggente sia a conoscenza di ciò che lo aspetta… Adam ne è certo!… In tutta la sua vita – soprattutto quella militare – ha sempre rispettato il suo avversario… ritenendolo intelligente e pericoloso…
- “Ma prima…”- pensa Adam continuando a sorridere fra sé – “…devo sistemare un paio di cose!… Basterà far capire a Charles… che deve stare calmo… e che non deve agire per conto suo… Non vorrei dover lasciare Parigi un’altra volta, per colpa della sua sconsideratezza… Però!… Gli Americani sanno come farsi perdonare…” -
Già! Quando gli Americani hanno torto… pensano che basti una bionda… col visino d’Angelo e le curve al posto giusto… perché il loro errore venga perdonato.
Certo, il pomeriggio è passato velocemente per Adam… sulle prime, aveva pensato di rifiutare quella bella offerta… ma poi… per non far crollare il nuovo accordo, aveva accettato.
Mentre aspetta il suo volo Adam pensa alla ragazza… rivive l’attimo in cui si è presentata sfrontatamente nella sua camera.
Il trucco leggero… i capelli raccolti sulla nuca… il tailleur azzurro, sobrio ed elegante… sembrava quasi una segretaria… Invece… appena Adam chiude la porta della stanza… la ragazza sbottona lentamente la giacca… i gesti sono sensuali e invitanti… con altrettanta lentezza si libera anche della gonna, che lascia cadere a terra vicino alla giacca… Quindi si avvicina ad Adam e con gesti sinuosi comincia a spogliarlo… Inutile dire che lui la lascia fare.
Le piccole mani, dalle lunghe unghie laccate di rosso, esplorano il petto nudo di Adam… il collo… le guance… la schiena, e lentamente scendono sui glutei… sul ventre piatto e sul sesso… La bocca sensuale e la lingua calda seguono lentamente il percorso aperto dalle mani… con una maestria e vogliosità… capaci di sciogliere persino il ghiaccio dei poli.
Tutto di quel pomeriggio Americano è stato voluttuoso… infuocato… Quando Adam è entrato dentro di lei… e l’ha sentita gemere di piacere… non ha potuto fare a meno di dimenticare tutto e lasciarsi travolgere dal fuoco… i loro movimenti, ora, sono quasi sincronizzati… i due corpi si torturano a vicenda, allontanando il più possibile il raggiungimento dell’orgasmo… Poi, entrambi decidono che hanno aspettato abbastanza… e lasciano che i loro sensi godano del piacere sensuale che reciprocamente prendono l’uno dall’altra.
Il gioco erotico riprende dopo una piccola pausa…e continua così per tutto il pomeriggio, fino al sopraggiungere della sera… e con essa… alla partenza di Adam.
La bionda non riesce a capire dove il Professore trovi tutta quell’energia… e fantasia… Ma infine è la ragazza che ringrazia Adam per il servizio reso… e non viceversa.
- I passeggeri del volo 763… diretti a Parigi… si possono… - la signorina annuncia finalmente che il volo sta per partire.
Adam sorride. Sa che ci vogliono almeno altri quindici minuti prima della partenza… percui, si accende un’altra sigaretta.

Immanuel non si aspettava la visita di Jordan… o comunque non tanto presto.
- Scusa per l’ora… - disse Jordan - …ma… dovevo parlare con te!… Io volevo… Immanuel, io e Diane… l’altra notte siamo entrati a casa del Professor Aryen … e… -
- Bravo! – rispose Immanuel freddo – Hai fatto quello che ci si aspetta da un Ispettore… Non dirmi che sei venuto da me… per avere un applauso? -
- Ma che cavolo stai dicendo?… Per quale motivo dovrei volere un applauso?… Di’, Immanuel… ti ha dato di volta il cervello?… Che idiota che sono… mi precipito a casa tua perché non riesco a tenerti all’oscuro dei miei movimenti… e perché sono preoccupato per te… e tu… Tu ti diverti… prendendomi in giro… Ma che ti è preso? -
- Cosa volevi che ti dicessi?… - continua il veggente in tono cinico - Hai violato la privacy del Professore… e la legge… nonostante ciò che ti avevo detto… e poi… vieni a raccontarmelo… per sentirti dire cosa? -
- Forse mi aspettavo un tono… e un’accoglienza diversi… Magari… pensavo che il mio amico Immanuel… avrebbe trovato un modo per sfruttare le informazioni che gli avrei dato… per scoprire finalmente chi è l’assassino… senza star lì a farmi tante inutili prediche… Si può sapere cos’ha questo caso… di tanto anomalo, da averti trasformato in un’altra persona?… Io non ti riconosco più. -
Jordan era disorientato… davvero non riconosceva più Immanuel.
- Questo caso è uguale agli altri, Jordan… Niente di più… niente di meno… Sei tu che ti sei lasciato affascinare dal Professore… anzi… comincio a pensare che tu ne sia ossessionato… Stai facendo ruotare tutto intorno a lui… come se non ci fossero altri pazzi a Parigi… Tu sei cambiato, Jordan… io sono sempre lo stesso… forse un po’ più nervoso… perché mia sorella è sparita… ma… mi sembra una cosa normale… - gli occhi verde smeraldo di Immanuel fissavano Jordan con una glaciale indifferenza.
L’Ispettore arretrò di qualche passo. Immanuel non gli aveva mai parlato con quel tono… era lo stesso timbro di voce col quale aveva pronunciato… quella strana litania, nel sogno in cui gli era apparso insieme ad Adam.
- Scusa!… - disse improvvisamente Jordan. Una strana paura stava diffondendosi nel suo corpo… e nella sua mente. - …Devi avere ragione tu… Forse… deve essere stato quell’incubo che… -
- Hai avuto un incubo?… Non vuoi raccontarmelo? – non sembrava realmente interessato, ma Jordan decise di parlargliene ugualmente… almeno così avrebbe scaricato la tensione accumulata nelle ultime ore.
Quando Jordan ebbe finito il suo racconto, Immanuel lo fissò e, scoppiando in una sonora risata, disse: - E tu hai paura di me… a causa di un sogno?… E’ assurdo!… Non dirmi che pensi che io e Adam Aryen ci siamo messi d’accordo… per sacrificare delle vite al “Signore del Male”?… Avanti, Jordan… non è da te! –
- Già!… Non è da me… Però anche Diane ha avuto un incubo in cui tu e Adam apparite insieme… E da quello che mi ha raccontato… sembrava una scena del film… dietro il quale pare nascondersi la causa di questi omicidi… la scena che ha sconvolto Arianne… Cristo, Immanuel!… Non può trattarsi di una semplice coincidenza… -
- E tu credi nelle parole di quella strega?… La conosci da pochi giorni… e solo perché te la sei portata a letto… le sue parole valgono più delle mie? -
Jordan alzò lo sguardo verde e severo sull’amico… La voce di Immanuel era stata tagliente come la lama di un rasoio… l’Ispettore aveva capito già da un po’ che al veggente la ragazza non piaceva… ma l’odio che aveva avvertito in quelle poche parole, gli sembrava eccessivo.
- No, Immanuel… non è così… Vedo che oggi… sei particolarmente agitato… Non conosco il motivo di questa tua agitazione… ma sarà meglio parlare quando sarai più calmo… -
- Io sono calmo, Jordan! – rispose tranquillo il ragazzo.
Ma l’Ispettore la calma ormai l’aveva persa del tutto… percui decise di non avventurarsi in un complicato e distruttivo dialogo.
 
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Gackt - Camui
view post Posted on 29/7/2010, 17:26




CAPITOLO XIX: PEDINAMENTO



Quando Diane aprì la porta del suo appartamento si trovò di fronte un avvilito Jordan.
- Cosa ti è successo? – chiese la ragazza allarmata.
- Non credo sia il caso di parlarne adesso… dammi il tempo di riprendermi… Hai qualcosa di forte da offrirmi?… Devo bere!… Io non capisco!… Non riesco proprio a capire… - Jordan scuoteva la testa… era quasi scappato via dalla camera di Immanuel, sperando che anche quell’incontro con il ragazzo facesse parte dell’incubo… Rue la Fayette era piena di gente… questo dimostrava a Jordan che non aveva sognato… che Immanuel aveva realmente pronunciato quelle frasi ciniche… ma… non era possibile… non poteva essere realmente accaduto.
- Hai trovato nuovi indizi che riguardano il caso?… Oppure… Adam ha scoperto che siamo stati a casa sua?! -
- Niente di tutto ciò, Diane… Ma… prima di pronunciarmi… devo… devo essere sicuro… Mi sembra tutto così assurdo… Io… io non ci capisco più niente… Dovrei capirci qualcosa… Al Diavolo!… Sono un Ispettore di Polizia… E dovrei riuscire a risolvere quesiti così semplici… cosa cazzo è successo stavolta?… Perché non riesco a far combaciare le cose? -
- Forse se mi dicessi… cosa ti preoccupa… potrei darti una mano… Ma… così… senza indizi… -
- Dubito che questa sia una buona idea… anche perché… io non so esattamente cosa mi preoccupa… Lo so che ti sembra strano… e per la verità anch’io mi sto reputando tale… -
- E’ per l’incubo che ti ho raccontato?… E’ questo il motivo? -
- Anch’io ho fatto uno strano sogno… nel quale… Immanuel e Adam… erano insieme… Ma questo non è possibile… darei non so cosa per trovare un collegamento tra i nostri incubi e il caso che sto seguendo. E non vorrei tener conto dello strano comportamento di… -
Jordan si bloccò. Diane non conosceva il ruolo che Immanuel ricopriva all’interno del Dipartimento… e Jordan non aveva alcuna intenzione di rivelarle questo segreto: tutto sommato aveva ragione il Veggente… conosceva la ragazza da poco tempo… Come poteva fidarsi di lei?
- Allora?… - chiese Diane - …Mi dici perché ti sei fermato?… Mi sembri come un disco rotto… che per continuare a suonare abbia bisogno di qualcuno che rimetta a posto la puntina… Ad ogni modo… stavo pensando… che sarebbe opportuno sorvegliare il Professore… Appena torna… gli chiederò di rilasciarmi un’intervista sul suo viaggio in America… per quale proposito vi si è recato… Potrebbe anche reputarmi simpatica… e tenerlo d’occhio non mi risulterebbe difficile… -
Diane era eccitata all’idea di imbrogliare Adam. Il verde del suo sguardo da gatta brillava pericolosamente.
Jordan la guardò stupito… Come poteva pensare alle sue stupide interviste… mentre lui si trovava immerso nel caos più totale?
- Vuoi proprio cacciarti nei guai… vero, Diane?… Ma io ho molti problemi da risolvere… non posso starti dietro… Quindi mi vedo costretto… a dirti… - Fay ce que vouldras -… io torno al mio lavoro… sperando di ottenere finalmente un risultato… -
- Che vuoi dire? -
- Che torno al mio normale… metodo… di lavoro… -
- Ma così a trovare il tuo assassino impiegherai dei mesi … -
- Forse!… Io ho sempre fatto il mio dovere… sono dieci anni che lavoro con metodo e pazienza… e finora… il Dipartimento non si è mai lamentato troppo del mio operato… -
- Allora, perché siamo entrati nella casa del Professore?… Per niente!… Potevo portarmi la mia macchina fotografica… almeno… ci avrei guadagnato uno scoop!… Perché hai cambiato idea? -
- Perché mi sembra che tu abbia una fretta… non necessaria… di vedere Adam Aryen dietro le sbarre… una fretta tale da esser capace di inventarti le prove!?… Ma questo non è un gioco, Diane… non possiamo accusare qualcuno di omicidio… così, perché una persona non ci piace… Io non sono abituato ad agire sconsideratamente… -
- Va bene!… Se prometto di non correre troppo… di agire con metodo e pazienza, come suggerisci tu… continueremo insieme quest’indagine? -
Il viso imbronciato della ragazza restava immobile davanti a Jordan… nei suoi occhi adesso c’era una muta preghiera… come se volesse a tutti i costi che lui non se la lasciasse dietro… e continuasse a fidarsi di lei.
L’Ispettore si lasciò intenerire da quell’atteggiamento remissivo. Alzò il braccio, e con la mano accarezzò il viso di Diane… poi… la sospinse verso di sé e l’abbracciò teneramente.
- Cosa mi stai facendo, Diane?… - chiese Jordan sorridendo -…Sei forse una strega tanto potente da rubarmi l’anima?… D’accordo!… Cerca di avvicinare Adam… però non esporti troppo… io, intanto, cercherò di risolvere un altro problema… Stai attenta! -
- Sarò la prudenza fatta persona!… Grazie per la fiducia… - rispose lei.
Poi avvicinò le sue labbra a quelle di lui, e lo baciò con passione.

L’ottimismo di Diane era stato un toccasana per Jordan. Il quale aveva deciso di pedinare Immanuel.
Erano tre giorni che Jordan non perdeva di vista Immanuel… ma il risultato non era stato proficuo… Stava quasi per rinunciare… ma quella sera, dopo cena, il veggente uscì di casa… il vento giocava con i suoi capelli e il freddo gli ghiacciava le guance, conferendogli un aspetto funesto.
Jordan non aveva mai visto Immanuel così tetro, però adesso… non soltanto gli sembrava tetro… ma addirittura credeva di non conoscerlo affatto.
Immanuel non prese l’auto. Si avviò a piedi… percorse un tratto di Rue la Fayette, poi svoltò in Boulevard de la Villette… Jordan lo seguiva da lontano… anche lui era a piedi, aveva lasciato l’auto vicino casa dell’amico… Ora però se ne pentiva… sentiva il freddo gelargli le ossa… Come Diavolo faceva Immanuel a non avvertire quel freddo polare?… Come poteva restarsene tranquillo?
Giunsero al Cimetiére Lachaise dove Immanuel si fermo per qualche istante… Jordan pensò che il ragazzo somigliava tanto ad una di quelle statue di marmo… fredde e inanimate… che si trovano nei musei… Sì!… quegli enormi pezzi di pietra bianca… che si beffano di chiunque li guardi, dando a credere loro di essere a conoscenza di chissà quale segreto… magari… quello della vita eterna!
Jordan sorrise della sua fervida immaginazione… Poi, Immanuel si mosse… Ora l’Ispettore capì qual era la meta del ragazzo… Place de la Bastille!
- “Perché stai andando lì?” – pensò Jordan – “Cosa cerchi esattamente?… Quando ti ho detto di essere stato a casa del Professore… e di ciò che avevo scoperto… mi hai quasi riso in faccia… come se stessi dicendo un’eresia… Però, adesso… ti stai dirigendo verso l‘entrata che porta alla grotta… e… fin dentro la casa di Aryen… Perché?… Cosa Diavolo sta succedendo?” -
Decisamente tutta quella storia stava assumendo proporzioni inaspettate… le certezze di Jordan stavano crollando una ad una… Non sapeva più a chi credere… Diane da una parte… Immanuel dall’altra… Quale dei due era più affidabile?… Fino a quel momento lo era stato di più il veggente… ma… ora sembrava il più strano… si comportava da estraneo… gli nascondeva i suoi spostamenti e aveva completamente dimenticato di riferirgli come procedevano le sue indagini… D’altro canto… Jordan doveva ammettere che… negli ultimi dieci anni… aveva guardato ad Immanuel come ad un faro… e il ragazzo si era sempre dimostrato all’altezza… ma da quando stavano indagando a questo caso… e lui aveva conosciuto Diane… erano cambiate tante cose.
Immanuel era cambiato!
Erano giunti in Place de la Bastille… Immanuel camminava svelto… sicuro… come se seguisse un percorso già prestabilito… la sua meta era l’ingresso al tunnel, ed il Veggente si muoveva come se conoscesse bene il luogo… Eppure, quella era una zona che Immanuel non frequentava abitualmente… e Jordan non gli aveva detto… né il punto esatto… in cui era il varco per accedere al tunnel… né come trovarlo, quindi… come faceva Immanuel a procedere così spedito?
Mille domande affollavano la mente dell’Ispettore, e un dannato senso di insicurezza nei confronti del suo amico si era impossessato del suo animo… Possibile che il ragazzo che lui conosceva… fosse in realtà un’altra persona?
Stava ancora riflettendo, quando vide Immanuel uscire dal tunnel e tornare sui suoi passi… il suo viso era indifferente e gelido… Jordan non riusciva a leggervi nulla.
Questa nuova immagine del veggente… non era certo rassicurante.

Come Jordan per Immanuel, anche Diane si era impegnata per avvicinare Adam.
Ma sembrava che il Professore non avesse tempo da dedicarle… Così… da brava giornalista… la ragazza decise di seguire la strategia di cui Blaise si era servito poche settimane prima… Attese che Adam partecipasse al programma “Le Risorse della Mente”… e poi, con diplomazia e… un po’ di civetteria, si avvicinò a lui… e si presentò, porgendogli la piccola mano ambrata dalle lunghe dita affusolate… e dalle unghie laccate di rosso.
- Mi rendo conto di quanto lei sia impegnato, Professore… - disse Diane sorridendogli - …ma… beh, noi giornalisti siamo tipi persistenti… Lei deve capire… ci sono molti interrogativi intorno alla sua persona… e il mio lavoro consiste nel dare delle risposte alla gente… -
- Quindi lei vorrebbe intervistarmi… Giusto? – chiese Adam ricambiandole il sorriso.
- Veramente… sì! -
- Bien sùr!… Ho un po’ di tempo libero… presumo che lei non mi darà tregua… finché non avrà ottenuto la sua intervista… e io… da bravo professionista, preferisco eliminare la causa del male… anziché sopportare il dolore… Però… preferirei uscire da qui… Non le spiace fare due passi con me? -
Diane si sentì presa in contropiede… Si aspettava un netto rifiuto, con conseguente freddezza, da parte di Adam… invece questi… accettava di essere intervistato… e le chiedeva di accompagnarlo a fare due passi… Perché?
Troppo facile!… Troppo presto!… Troppo di troppo… non era possibile che il pomposo Professore accettasse una seconda intervista… Non dopo avergliela rifiutata per settimane… Diane sentiva che qualcosa non funzionava.
- “Dopo l’intervista fatta ad Adam…” – si disse la ragazza – “Blaise è scomparso… e poi è morto… Non voglio fermarmi allo stesso capolinea…” -
- Ha cambiato idea? – chiese un gentilissimo Adam ad una stupita Diane.
Per un istante, i loro sguardi s’incrociarono… il fuoco che ardeva nei loro occhi verdi era un segno evidente che entrambi diffidavano l’una dall’altro.
- Nient’affatto!… Sarà un onore passeggiare accanto a lei! – rispose Diane.
- Coraggioso da parte sua… considerando la pessima fama che mi precede… Non ha paura che possa rapirla? -
- No!… Dovrei averne? -
Adam sorrise. Mentre si avviavano verso l’uscita dello studio televisivo, il Professore pensò che la giornalista gli piaceva… Il suo sorriso si addolcì un po’… Con la solita calma studiata… mise la mano in tasca ed estrasse il pacchetto di sigarette e l’accendino… ne offrì una a Diane e poi si servì.
- Ma che… sigarette… fuma?… - chiese la ragazza tossendo.
- E’ forte… vero?… Avrei dovuto avvertirla… può buttarla via, se non le va… Allora… non voleva intervistarmi? -
- Sì, certo! -
Decisamente le cose stavano prendendo una piega inaspettata… Ma che fine aveva fatto la freddezza abituale che accompagnava Adam?
Fuori, le prime luci artificiali illuminavano la strada… e Diane cominciava a pensare che questa volta Adam non poteva semplicemente farla sparire… sempre che fosse lui l’assassino… Se lo avesse fatto, sarebbe caduto in trappola… beh… era questo che lei e Jordan volevano… che lui si esponesse al punto da poter essere incriminato.
- Non le chiederò niente… sulla sua vita privata… - cominciò la giornalista - …Ho capito che non ama parlare di sé… percui cercherò di… -
- Vero!… Non mi piace parlare di me… ma non si preoccupi… non urterà la mia suscettibilità se mi farà domande personali… Ormai ci sono abituato… sarà meglio però… che mi dia del tu… Sono convinto che chiamarmi per nome le faciliterà il lavoro. -
- Grazie!… Non capisco!… Per quale motivo ti nascondi dietro la maschera della freddezza… quando sei così… così… -
- Non perda tempo in adulazioni… non sono uno stupido… Ho cercato di metterla a suo agio… perché così possa finire in fretta… ho altri impegni per la serata… -
- Capisco!… Non volevo adularti… penso veramente che tu sia diverso, in realtà… Rispondi alla domanda… Perché ti nascondi? -
- Io non mi nascondo… semplicemente non sono portato, per i rapporti sociali… ma resto me stesso in qualunque occasione… se la gente non vuole vedere… io non posso costringerla. -
- Vorresti dire… che sono io che non voglio vedere come sei? -
- Non ho detto questo… ma, visto che si sente colpita… è evidente che l’immagine che si era fatta di me… fosse diversa… da quella che adesso le pare di cogliere. -
- Toucher, Monsieur!… Ammetto la mia colpa… ma la tua casa… - Diane impallidì.
Cosa aveva detto?… Si era tradita… e ora… cosa sarebbe accaduto?
Guardò Adam aspettando il suo commento… come si aspetta una condanna a morte… ma lui non tradì alcuna emozione.
- Preoccupata?!?… - chiese tranquillo Adam - …Sapevo già… che lei e il suo amico… l’Ispettore Malin… siete stati a casa mia… approfittando del mio viaggio… Mi sembra, signorina… che lei abbia dimenticato… che io mi occupo di poteri ESP… E che scarti a priori… che io possa essere dotato di una di queste facoltà… Le confido un segreto… Io vi ho visti entrare… ed esplorare la mia casa… -
- Com’è possibile?… Eri lontano… chilometri ti separavano da Parigi… -
- Sta sottovalutando il potere che può dare… la facoltà della veggenza… Ha poca fiducia… ma, lasciamo perdere la lezione… prego, mi faccia pure le domande che stanno fremendole in gola. -
- Quali domande? -
Adesso Diane era seriamente preoccupata… Se Adam avesse parlato a Jordan della loro visita notturna nella sua casa… Jordan avrebbe pensato che era stata lei a raccontargli ogni cosa… che lo aveva tradito… Ma come poteva averli visti entrare in casa, Adam?… Stava sicuramente bluffando… stava cercando di farla parlare… Ma lei non sarebbe caduta nel suo inganno… o forse sì?
- Diane!… Sta di nuovo offendendo la mia intelligenza… Beh, io non ho tempo per giocare… Se lei vuol fingere di non capire a cosa sto alludendo… va bene!… Continui pure con l’intervista che aveva in programma. -
- Io non avevo programmato proprio niente!… Avevi detto di voler agevolare l’intervista… -
- Vero!… Ma è lei che ha accennato qualcosa in proposito alla mia casa… o sbaglio? -
Adam aveva ragione… E ora?… Come poteva rimediare all’errore?
 
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DonaldMon
view post Posted on 17/6/2017, 21:35




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43 replies since 25/2/2009, 17:02   907 views
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